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In linea con quanto espresso nei giorni passati dal Direttore Generale dell’ASP di Cosenza, il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie della Regione Calabria, sull’esempio di eccellenze italiane ed estere (RIS-PACS della provincia di Modena: AUSL e A.O. Policlinico hanno implementato un sistema multicentrico, basato su due installazioni principali e una rete di 9 presidi ospedalieri satelliti per servire una popolazione di 600.000 abitanti; il progetto IDIT- Informatizzazione della diagnostica d’immagine in Toscana delle tre aree vaste;esempi di paesi come il Canada e il Regno Unito che sono sulla strada del PACS nazionale), ha l’ambizioso progetto di creare il RIS-PACS regionale.
Dall’avvento della Radiologia Digitale, in contrapposizione alla Radiologia Analogica, si sono sviluppati Sistemi di archiviazione delle immagini in formato elettronico meglio conosciuti con il nome di PACS (Picture Archiving and Communication System), ai quali di solito si associa un applicativo software di gestione di refertazione conosciuto come RIS (Radiological Information System). I vantaggi derivanti dall’introduzione di queste tecnologie sul mercato in termini economici sono state di notevole importanza, perché i costi di archiviazione delle lastre (per motivi medico legali, tutti gli esami effettuati dalla struttura sanitaria, devono essere conservate per almeno trent’anni) sono stati praticamente annullati, e i costi di stampa delle stesse (3-4 euro per esame) si sono convertiti in pochi centesimi di euro per l’acquisto e la masterizzazione dei cd-rom. Nonostante questi notevoli vantaggi, l’implementazione di queste tecnologia all’interno delle strutture sanitarie comporta un investimento considerevole di capitale per l’acquisizione delle diagnostiche (apparecchiature radiologiche) in grado di produrre immagini in digitale e non più le normali lastre, e per l’acquisizione dei sistemi RIS-PACS. Naturalmente i vantaggi non sono solo di natura economica, ma dal punto di vista clinico, questi sistemi consentono di introdurre nello scenario sanitario concetti come tele-radiologia, tele-consulto, la possibilità di visualizzare l’esame, in tempo reale, in qualunque presidio della provincia o della regione connesso alla rete. La progettazione di un sistema di queste dimensioni, deve essere basata su iniziative per sviluppare la cultura dell’integrazione, quindi su IHE (Integrating Healthcare Environment), cioè su un progetto mondiale di adozione coordinata di standard come HL7 e DICOM. Questi sistemi ad elevato contenuto tecnologico, portano con sé, oltre ad innumerevoli vantaggi, anche tante insidie legate ad automatismi, basta citare l’inconveniente verificatosi a Bologna non molto tempo fa, che ha visto la tragica scomparsa di un paziente, per un mero errore di scambio di persona. Fondamentale per la corretta implementazione di questi sistemi quindi, risulta il coinvolgimento di figure professionali come Ingegneri Clinici, che unendo competenze informatiche e tecniche, possono tradurre in programmazione le esigenze clinico assistenziali del personale medico.
L’impegno del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie è orientato ad offrire ai cittadini Calabresi servizi sempre più efficienti in totale sicurezza, eliminando gli sprechi.
Aldo Mauro
Ingegnere Clinico presso Il Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie della Regione Calabria
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