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CATANZARO – Svelato l’arcano, ecco il fumetto. Dalla casa a vico dell’Onda nei rivoli del centro storico di Catanzaro, la vita di Mimmo Rotella diventa  un fumetto. Operazione coraggiosa ma omaggio sincero ad uno dei più grandi e celebri artisti calabresi. Si chiama “Uno strappo alle regole” e fa parte di un progetto più ampio dal titolo di “A sud dell’arte” . Ieri a palazzo De Nobili a Catanzaro   la presentazione ai giornalisti del fumetto che porta le firme di tre giovanissimi catanzaresi: Paola Lo Prete, Leonardo Cannistrà e Stefano Pullano. Ideatore del progetto il presidente dell’associazione culturale calabrese Mythos, Jeso Marinaro al tavolo di presentazione insieme al direttore editoriale della casa editrice “La Rondine” Gianluca Lucia e al disegnatore delle strisce Cannistrà e alla responsabile dell’inchiostrazione Lo Prete. Direttore artistico del progetto Paolo Pancari Doria. Ma sono diversi i soggetti coinvolti nell’iniziativa.

Si diceva di un progetto più ampio nato a sei anni dalla scomparsa avvenuta a Milano di Rotella. L’iniziativa, infatti – finanziata dal Fondo Unico della Cultura 2011 linea 3 della Regione Calabria – si sviluppa lungo tre eventi: la presentazione del fumetto al pubblico prevista per domani alla biblioteca De Nobili di Catanzaro con un ricco parterre di interventi e l’introduzione del critico Andrea La Porta. Qundi una mostra dedicata al maestro del decollage che si svolgerà dall’1 al 15 agosto nella chiesetta gotica di Squillace; infine dal 28 luglio al 18 agosto una collettiva di pittura alla casa di Cassiodoro nel centro storico di Squillace “Idillio e Mimesi” con Paolo Pancari Doria, Angelo Di Lieto,  Jeso Marinaro e Francesca Paonessa.

Ma torniamo al fumetto. Intanto è già arrivata la richiesta di inserire l’opera nella prossima edizione di  “Lamezia Comics&Co” ; invito arrivato anche dal museo  di arte contemporanea di Bivongi. La pubblicazione ha una parte introduttiva firmata da Angelo Merante e si ispira all’autobiografia “Autorotella”.

 Una vita da artista che rompe regole e schemi e non ha paura delle idee e delle sfide artistiche. Sempre pronto a confrontarsi con nuovi linguaggi. Tra le strisce c’è il Rotella bambino a Catanzaro, i ricordi d’infazia, l’adolescenza: «Da giovane ero un tipo estremamente meditativo. I miei amici mi prendevano in giro. Dicevano: “Rotella pensa, pensa sempre. Cosa pensa?” La mia volontà innovativa, la mia tensione verso soluzioni inedite nascono proprio dalla meditazione. E’ da essa che, in un momento estremo, si sprigiona l’illuminazione…”. 

 Poi le esperienze romane. E ancora la Biennale di Venezia del ‘48 con al mitica Peggy Guggenheim e artisti come Pollok e Rothcko. La prima Personale alla Galleria Chiaruzzi nel’51. Il manifesto dell’epistaltismo, i poemi fonetici e gli spettacoli tra il sonoro e il visuale. 

E c’è il Rotella americano e il ritorno in Italia: «Ritenevo che, dopo Duchamp, tutto fosse stato fatto – si legge tra le strisce del fumetto col discorso costruito in prima persona e Rotella a commentare – Finchè uscendo di casa una mattina, il mio sguardo incontrò al di là della strada sul muro di fronte, un manifesto lacerato…fu l’illuminazione».

Una storia da riscoprire ora attraverso il linguaggio immediato dei fumetti. 

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