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Eugenio Ripepe, numero uno dell’aeroporto di Lamezia Terme ha ha scritto a Roberto Colaninno, presidente di quella che una volta era la compagnia di bandiera: «Sul nostro scalo continuano a registrarsi inspiegabili ritardi, cancellazioni ed episodi di “dirottamento” voli che generano disagi e proteste, evidenziano scarsa considerazione nei confronti dei passeggeri e costituiscono
di fatto una effettiva mortificazione per l’utenza e l’aeroporto».
Una situazione che, secondo Ripepe, è «in controtendenza» con la strategia dichiarata dalla nuova società, che annunciava «un rafforzamento sul domestico e
proprio sugli aeroporti del Sud, per meglio alimentare il traffico passeggeri
verso Fiumicino, definito hub unico di riferimento nazionale». E invece, fa notare il presidente dell’aeroporto, «non fa certo piacere all’utenza e non favorisce il rilancio di Cai», quello che succede a chi prova a usare gli aerei di Alitalia per volare tra la Calabria e la capitale. Gli uffici tecnici della Sacal, la compagnia che gestisce lo scalo lametino, hanno registrato una serie di episodi emblematici. Giovedì 9 aprile, ad esempio, nel pieno del ponte pasquale, il volo AP3402 previsto in arrivo da Fiumicino alle 10 e 30 è stato cancellato perché l’aereo serviva invece sulla tratta Roma-Milano per “necessità di protezione traffico”.
Ancora più grave quello che è successo il giorno di Pasquetta, quando, senza alcun
preavviso, sono stati cancellati i voli in arrivo da Fiumicino e quelli diretti nella capitale: un vero black out delle comunicazioni aeree. «Riceviamo continue
e reiterate proteste» segnala Ripepe a Colaninno. Ma nessuno potrà dire che sono i viaggiatori calabresi ad essere impazienti.
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