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di FRANCESCO MOLLO
Se ne stava lì con il suo giochino di Kung Fu Panda tra le manine sporche di terra rossa; le guanciotte graffiate dai rovi e gli occhi spauriti del cucciolo in trappola. Ma almeno è stato trovato Michael Cipolla, il bambino di cinque anni scomparso mercoledì pomeriggio da contrada Ghiandaro, nel comune di San Marco Argentano. È stato ritrovato quasi per caso, non troppo lontano da casa, ma in una contrada diversa, a Iotta, in una zona esterna da quella pattugliata e considerata plausibile.
Il ritrovamento è avvenuto intorno alle 14, dunque 24 ore dopo lo smarrimento, quando i componenti di una famiglia della zona – che per coincidenza porta lo stesso cognome del bambino – hanno deciso di fare il giro largo, di andare a dare un’occhiata là dove nessuno andava. E hanno avuto ragione. Il bambino, ha raccontato la signora Lina, appena ha sentito le voci ha iniziato a chiamare «mamma»; e quando la donna si è rivolta a quella vocina che proveniva dai rovi, il bimbo si è accorto che non si trattava della mamma e ha cambiato la sua richiesta di aiuto: «Signora – ha detto con incredibile caparbietà – mi può aiutare? Sto cercando mio padre». In quell’istante il figlio maggiore della donna, Davide, si è lanciato nel canalone di scolo, tra le spine e ha tirato fuori il piccolo. Il luogo è talmente impervio che il giovane, a sua volta, ha avuto bisogno di aiuto per uscirne.
La notizia è arrivata come un fulmine a casa dei genitori del piccolo, Aldo Cipolla e Virginia Coscarelli, e ha squarciato la cappa di disperata rassegnazione che cominciava a calarvi sopra. Ed è scoppiata la festa: lacrime, baci e abbracci tra tutti.
Il tempo necessario ai carabinieri di portare il bambino dai genitori, pochi minuti, è stato riempito dalle evoluzioni su casa Cipolla da parte dell’elicottero della Polizia, che per ultimo ha effettuato il turno di sorvolo della zona. E poi l’abbraccio finale tra il piccolo Michael e i genitori.
FERMATO DAL BURRONE
Dunque a fermare il peregrinare notturno del bambino è stato quel canalone di scolo. Se non lo avesse incontrato davanti ai suoi piedini forse sarebbe giunto sulla strada comunale per Iotta, a una manciata di metri da dove è stato trovato. E forse la sua “avventura” sarebbe potuta finire prima. Ma meglio così che peggio. Quel groviglio di spine che ne ha impedito la vista per tutte quelle ore, ha però evidentemente protetto il bambino dal freddo e dall’umidità della notte, che per fortuna non è stata neanche troppo rigida.
IL RICOVERO
Dopo l’incontro con i genitori, Michael è stato portato nell’ospedale di Cosenza, dove è stato ricoverato per accertamenti nel reparto di pediatria.
Una decisione presa soltanto a titolo precauzionale, visto che le condizioni generali del bambino sono buone. In ospedale Michael è stato sentito dai carabinieri, con l’assistenza di una psicologa infantile. Ai militari il bambino ha riferito di essersi perso cercando il papà e di avere camminato a lungo, percorrendo sentieri e terreni impervi, prima di finire nel canalone in cui lo hanno trovato i soccorritori.
UOMINI, ANIMALI E MEZZI
Il ritrovamento fortuito non sminuisce però il grande impegno di uomini, animali e mezzi per la ricerca. In quasi ventiquattro ore, salvo la piccola interruzione dalle due di notte all’alba, in tanti hanno cercato il piccolo: c’erano i carabinieri, gli uomini del corpo forestale, la polizia, i vigili del fuoco, la protezione civile, le unità cinofile, il soccorso alpino e speleologico, il 118, la polizia municipale, la croce rossa, la misericordia e le tantissime associazioni di volontariato, anche a cavallo.
E c’erano tanti cittadini comuni, parenti e vicini di casa che hanno perlustrato l’area in lungo e in largo, andando anche oltre il ragionevole.
I DUBBI
Resta da capire, però, perché i cani delle unità cinofile perdessero le tracce del piccolo. «È ancora troppo presto per sapere cos’è successo». Il procuratore della Repubblica di Cosenza, Dario Granieri, non ha detto molto sul ritrovamento di Michael. «Solo dalle dichiarazioni del bambino potremo avere gli elementi per capire» ha detto ancora Granieri, aggiungendo un pizzico di mistero in più su questa scomparsa e sul ritrovamento.
I carabinieri hanno infatti deciso di sentire Michael soltanto dopo che saranno completati gli accertamenti sanitari. Ma dalle sue prime e poche parole pare che il bimbo abbia fatto da solo il tragitto da casa della nonna al canalone in cui è stato trovato dai soccorritori.
«A questo punto – ha detto il magistrato – sono da escludere responsabilità di terzi nella scomparsa del piccolo Michael».
Indagini a parte, oggi, quel che conta di più è aver rivisto il sorriso di quel piccolo angelo.
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