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Spett.le Il Quotidiano della Calabria,
la fissazione dei prezzi in base ai costi,il cost-plus pricing consiste nel determinare il prezzo di una unita’ di prodotto sommando al costo unitario di quel prodotto una certa percentuale di profitto che si intende realizzare,una metodologia apparentemente semplice e di facile applicazione,perche’ essa in teoria non tiene conto del fatto che in realta’esistono differenti tipi di costo e questi costi sono influenzati in differente percentuale da aumenti o diminuzione nella quantita’-prodottto venduta.
Quindi bisogna tenere presente l’esigenza di considerare le differenze esistenti tra i vari tipi di costi,che possiamo suddividere in:
1) Costo fisso,le spese che rimangono costanti indipendentemente dal numero di articoli che vengono prodotti,questo e’ un costo che e’ molto difficile da modificare nel breve periodo;
2) Costo fisso totale che e’ la somma di tutti i costi fissi;
3) Costo fisso medio,che e’ rappresentato dal costo fisso totale diviso per il numero di unita’ prodotte e rappresenta quella parte del costo fisso totale che puo’ essere ascritta a ciascuna delle unita’ prodotte;
4) Costo variabile,che e’ la somma di tutti i costi variabili e questo costo tanto piu’ e’ elevato quanto maggiore e’ il numero di unita’ prodotte;
5) Costo variabile medio, che e’ rappresentato dal costo variabile totale diviso per il numero di unita’prodotte, esso e’ di norma elevato per il numero di unita’ prodotte e diminuisce poi all’aumentare della quantita’ prodotta,a causa di taluni elementi quali gli sconti sulla quantita’ di materie prime acquistate ed un piu’ efficente uso del fattore lavoro,invece al contrario,malgrado l’ottimazione di produzione esso tende ad aumentare nel caso in cui,frequente,ci sia una congestione che si viene a creare nei processi produttivi;
6) Costo totale che rappresenta la somma del costo fisso totale e del costo variabile totale per una determinata quantita’ prodotta;
7) Costo totale medio,che e’ costituito dal costo totale diviso per il numero di unita’ prodotte;
8) Costo marginale,che e’ il costo per produrre e vendere una unita’ addizionale di prodotto e rappresenta il costo dell’ultima unita’ prodotta:normalmente il costo marginale coincide con il costo variabile.
Importante diventa la determinazione del break-even point in termini di unita’,noi possiamo calcolarlo con la formula dei costi fissi totali diviso il margine unitario di contribuzione,ed i costi fissi totali diviso il prezzo di vendita meno il costo variabile unitario,per ogni prezzo di vendita avremo sempre un differente punto di equilibrio,poiche’ una impresa puo’usare vari punti di break-even come base di determinazione del prezzo di vendita,in base al piu’ ragionevole dei vari punti di equilibrio gia’ determinati e dal numero delle vendiite effettuate ad un determinato prezzo stabilito,cosa che non sempre accade,soprattutto data la situazione di instabilita’che caratterizza la domanda di mercato,ecco perche’ questo sistema rappresenta un valido strumento nel breve-medio periodo,proprio perche’molte imprese si trovano ad operare secondo una struttura dei costi e con una condizione della domanda abbastanza stabili.
Per cio’ che concerne la determinazione del prezzo,oltre al costo medio ed al costo marginale occorre discutere di ricavo medio e di ricavo marginale,il primo e’ il prezzo unitario che si ottiene per ognuna delle unita’ vendute e viene calcolato dividendo il ricavo totale per il numero di unita’ vendute,il secondo e’ la variazione sui ricavi totali che deriva dalla vendita dell’unita’ marginale, da questo ne deriva che siamo in grado di ricercare due tipologie di prezzo: il prezzo-quantita’ed il prezzo-ottimo.
La possibilita’ di una impresa di incrementare il ricavo totale praticando una riduzione del prezzo unitario dipende dal livello di elasticita’ della domanda,quando si verifica questo fattore una riduzione del prezzo comportera’un aumento del ricavo totale ,in quanto la percentuale di incremento della quantita’ risultera’superiore alla percentuale di riduzione del prezzo; un aspetto molto importante e’ che quando una domanda risulta di tipo elastico puo’ essere conveniente ridurre il prezzo per aumentare il ricavo totale, ma questo tipo di operazione non sempre migliora il risultato economico complessivo,a volte piu’ che la combinazione del prezzo-quantita’, conviene quella che rende massima la differenza tra ricavi e costi totali, in pratica il prezzo di vendita che corrisponde al punto di massimo ricavo totale non va di pari passo con il prezzo ottimale di vendita,il quale deriva dal confronto tra il prezzo-quantita’ ed il costo-quantita’,che e’ poi il bilanciamento tra domanda ed offerta.Il ricavo e’ sempre superiore al prezzo di produzione,la produzione di una impresa continuera’ad aumentare fino a che’ il ricavo marginale superera’il costo marginale,oggi molte imprese si sono trovate con una rapida caduta del ricavo,poiche’ in certi casi il prezzo e’ stato aumentato oltre un certo livello medio,cosicche’ davanti a loro si erge una curva di domanda a gomito,cioe’ ricavo medio-quantita’-ricavo marginale,lo stesso metodo di determinazione del prezzo viene usato o quando il mercato e’ determinato da pochi venditori o quando e’ solcato da forti venditori in situazione di oligopolio,in questo caso i prodotti di tutte le imprese produttrici sono piu’ o meno similari,mentre la domanda di mercato e’quasi sempre rigida.
Essere oligopolista vuol dire fissare un prezzo di vendita che sia a livello di quello praticato sul mercato dalle imprese concorrenti dello stesso segmento e della stessa fascia,in teoria le imprese che operano in regime di oligopolio non hanno nessun vantaggio nella riduzione del prezzo per cui per i propri prodotti essi dovrebbero fissare dei prezzi praticati dalla concorrenza sul mercato, lasciandoli immutati,nella realta’anche in regime di oligopolio scoppiano guerre di prezzo,perche’ non sempre si riescono a controllare tutte le imprese che producono un certo prodotto, trascinando cosi’ad un ribasso di prezzo anche le altre imprese concorrenti che debbono mantenere le loro rispettive quote di mercato e questo non e’ un fattore positivo, poiche’ l’allineamento al prezzo di mercato deve trovare riscontro nelle situazioni in cui si lancia un prodotto per un determinato segmento di mercato,posizionandolo su un livello di prezzo a cui deve corrispondere un determinato costo,cioe’il famoso price-minus costing. Distinti saluti
Andrea Parrello
Cec Management org
responsabile progetto Cat Sardegna
276835329
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