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E’ stata rilevata un’intensa attività sismica in diverse regioni d’Italia, ieri sera intorno alle 22:15 fino a poco prima di mezzanotte.
Gli strumenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia hanno infatti registrato quattro scosse in tre diverse regioni.
La prima avvertita intorno alle 22:25, ha reso noto la Protezione civile si è verificata a Crotone con una magnitudo di 3.2.
Di magnitudo 2.5, invece, la scossa delle 23:15 nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna.
Le altre due scosse si sono invece verificate nella provincia dell’Aquila, investita domenica dal sisma che ha provocato morti e danni. Nell’arco di dieci minuti dopo le 23:30 sono state registrate due scosse, una di magnitudo 4.2 e uno di magnitudo 3.7.
Paura dunque, anche nei centri della Sila per la potente scossa di terremoto che ieri sera ha colpito nuovamente l’Abruzzo e ha provocato crolli e altre vittime, mentre il bilancio complessivo si avvia ormai a raggiungere i 230 morti. Il movimento tellurico, di magnitudo 5.3, è stato avvertito nell’Aquilano intorno alle 19.42: si tratta della scossa più forte dopo quella della notte tra domenica e lunedì di magnitudo 5.8.
Anche in Calabria dunque è psicosi. Alle 22.24 i sismografi hanno registrato un terremoto di magnitudo 3.2 con epicentro sulla Sila, all’incrocio tra le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.
L’evento si è verificato ad una profondità di 13,8 chilometri, nel distretto sismico denominato “La Sila”, in una zona distante 10 chilometri dai paesi di Caccuri, Castelsilano, Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro ed una ventina di chilometri da San Giovanni in Fiore, Casabona, Belcastro, Petronà, Santa Severina. In alcuni di questi paesi la scossa è stata avvertita con particolare intensità, tanto da indurre la gente a lasciare le proprie case e a scendere in strada. Panico comprensibile di uomini e donne, strappati alla tranquillità della notte da un movimento della terra, che ha subito allertato i sensi in vista di un possibile incubo, pronto ad uscire dai teleschermi per trasferirsi nella vita reale. L’attenzione, anche sulla Calabria, è massima. Intanto non si ferma la carovana della solidarietà partita proprio dalla Calabria e si moltiplicano le testimonianze dei nostri corregionali.
Altro dato allarmante che riguarda la regione è l’alto rischio sismico, che interessa il cento per cento di comuni. La Calabria è una delle regione a più alto rischio dell’intero Paese, con un potenziale di pericolosità sismica che cresce in maniera direttamente proporzionale al mancato adeguamento del patrimonio edilizio esistente alle nuove normative.
La Calabria infatti è, per sua natura, terra mobile. La sua elevata sismicità è dovuta al fatto che, a differenza del resto della catena appenninica, l’Arco calabro è costituito da rocce cristalline come i graniti, sottoposte a movimenti ancora in atto. E se la parte meridionale della regione, negli ultimi secoli è stata oggetto dei sismi più terribili (quello del 1783 con epicentro tra Scilla e Vibo e quello del 1908 che distrusse Reggio e Messina), in realtà, anche altre aree sono profondamente a rischio.
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