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Signor Strati, buongiorno!
Le scrivo perchè sono indignato e vorrei tanto un confronto con Lei che ritengo un mio esempio artistico. Sono un giornalista, mal pagato come tutti i pubblicisti, che per sbarcare il lunario (al momento non mi sono neanche imbarcato, però!) scrive, scrive, scrive e ancora scrive per diverse testate ma tutte al di fuori della mia cara, vecchia Calabria. I miei articoli, infatti, si leggono più da Genova in su che da Catanzaro in giù, non so se mi spiego. Perché La disturbo con tutti questi preamboli? E’ presto detto. Seguo le sue vicissitudini da un bel pezzo ed è inutile dire che ho letto molto della Sua produzione per quanto si tratta della verità. Nella mia fanciullezza solevo accostare ai grandi d’oltreoceano come Conrad, Melville, Bradubury e Asimov anche il suo “Tibi e Tascia”, che ho letto fino a consumarne letteralmente le pagine. L’unico sogno che ho nella vita è scrivere. Già, scrivere! Come se fosse semplice. Guardi, signor Strati, non Le dirò di essere un novello Poe, questo no. Ma i libri che ho pubblicato finora (una raccolta di racconti “Alfa e Omega” ed un romanzo “Ultima Thule”) o in via di pubblicazione (una raccolta di racconti di Fantascienza “Quattro Ombre Azzurre”) sono le mie perle. Di più: sono parti di me. Grazie alle mie “opere” riesco ad essere me stesso e come dico spesso volo in alto come “gabbiani delle stelle” che poi è anche il nome che ho dato al mio blog (www.gabbianidellestelle.blogspot.it). Ecco, signor Strati, qual è il punto della mia missiva. Anch’io sono un figlio della Calabria. Regione bellissima ma tanto più bella quanto matrigna. E non sono così ingenuo da ignorare che l’editoria italiana, per la maggior parte, è anni luce indietro rispetto a quella americana, anche se vi sono splendide eccezioni. Il famosissimo scrittore fantastico Zuddas amava dire: “La nostra fortuna è essere scrittori. La nostra sfortuna è non esserlo in America.” Mi fa rabbia, vede, la scarsa considerazione che hanno avuto, a posteriori, i suoi bellissimi libri. In Calabria abbiamo molti talenti ma purtroppo pochi di questi vengono aiutati ad emergere. In Italia bisogna andare ai reality per farlo. Vede, signor Strati, io non credo nel politicamente corretto. Mi sa di ipocrita e perbenista in un mondo che di pacifico non ha nulla. Piuttosto, credo in un mondo dove non vadano avanti i soliti raccomandati. Insomma, credo in Disneyland. Nella mia piccola carriera ho fatto anche il revisore di testi ed ho avuto modo di vedere e conoscere scrittori affermati e non. E tra la marea di esordienti e poetucoli che si autoincensavano di essere superiori all’Ariosto ho incontrato gente che con i suoi racconti fa tremare il lettore. E nessuno li pubblica. Adoro la scrittura, la lettura e tutto ciò che ha a che fare con carta, penna e computer. Sono cresciuto a pane e romanzi, signor Strati. E direi, più romanzi che pane. Il mio stile è sempre stato aperto al mondo e mi sono nutrito delle opere di Joyce, Melville, Lovecraft, Poe, Bradbury, Dick e molti, moltissimi altri. Naturale, quindi, che quando ho cominciato (avevo undici anni, più o meno) mi allontanassi dalla mia terra e viaggiassi verso altri lidi. Strati, il suo “Tibi e Tascia” è l’unico romanzo calabrese che ho nella mia libreria! E’ bellissimo e lei è un grande scrittore. Ma qui, Strati, gli editori mi hanno spesso detto: “Lei ha una bella penna, ma perché non scrive storie ambientate in Calabria?” Addirittura, uno mi ha proposto una pubblicazione se avessi cambiato i nomi e i luoghi. Che poi sarebbe come dire a un genitore di cambiare i connotati al proprio figlio per non si sa bene quale motivo. Io non ho nulla contro la letteratura calabrese, sia ben chiaro, ma ne ho contro la regionalizzazione. Perché, e lei avendo sposato una donna svizzera lo sa meglio di me, oltre il nostro fiume esiste un mare. Ed oltre quel mare esiste l’oceano. Ed io non posso, non voglio vedere solo le sponde del mio fiume. Pieno di sogni e belle speranze (ma non di gloria, solo di pubblicare e vivacchiare della mia scrittura) ho trovato un editore qui ed ora uno a Baranzate che credono in me. Ma ne ho trovati altri disonesti a dire basta. Chi si avventura in questo mondo deve tirar fuori le unghie e non è detto che poi ti leggano. Ma io continuo a sperare e a scrivere. A dispetto di tutto ciò che non gira io continuo a sognare e a volare con la mia fantasia. E siccome scrivere mi diverte continuo a farlo per me, per non scoppiare letteralmente quando le idee premono alle pareti del mio cervello minacciandomi di farlo fondere se non le metto su carta. Ed anche se ho solo 35 anni e tre libri all’attivo pubblicati, ne ho molti di più completi o stadio di scrittura che affollano la memoria del mio pc. Ora, Strati, io vorrei incontrarla e parlarne con lei. Non voglio una raccomandazione, stia tranquillo, voglio il parere di uno scrittore che ha aiutato la mia fanciullezza con un romanzo che mi è rimasto nel cuore. Uno scrittore autentico, Strati, e per di più calabrese. Nella speranza di ricevere una sua risposta e di non averLa disturbata, La saluto caramente.
Cordiali saluti

Massimo Valentini – Giornalista e scrittore

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