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Rosarno città simbolo del dramma immigrazione sotto i riflettori oggi per la prima conferenza regionale sugli immigrati e sull’emigrazione, promossa dalla Cgil Calabria. Il centro della Piana di Gioia è stato “invaso” da un migliaio di immigrati provenienti da ogni parte della regione. Uno spaccato multietnico di lineamenti: donne con bambini al seguito e uomini africani, ucraini, marocchini, pakistani, romeni, thailandesi giunti nella cittadina della Piana divenuta simbolo «dello sfruttamento» (una giornata di lavoro nelle campagne a raccogliere agrumi «vengono pagati 10 euro» e quando va bene 20). Rosarno, città «dell’emergenza Africa» e dei ghetti inaccettabili per via di due fabbriche abbandonate dove vivono ammassati centinaia di extracomunitari privati di ogni diritto, ha ospitato dunque conferenza regionale. Sono giunti immigrati in rappresentanze di quei 70-80 mila che vivono in Calabria di cui 50 mila, secondo le stime della Cgil, regolari e quasi 30 mila clandestini, per lo più lavoratori stagionali.
I NUMERI DELL’EMERGENZA
I lavoratori regolari si trovano in prevalenza in provincia di Reggio (35%), seguita da Cosenza (29%), Catanzaro (19%), Crotone (9%) e Vibo Valentia (8%). Da Rosarno la Cgil ha chiesto alle istituzioni e alla politica di istituire un coordinamento permanente delle regioni meridionali sulle politiche dell’immigrazione ma anche una legge regionale che preveda, anche attraverso strumenti di contrattazione territoriale, interventi sull’integrazione scolastica e programmi e iniziative di protezione a favore dei richiedenti asilo politico e dei rifugiati. Poi la rimodulazione del Centro di accoglienza di Crotone e del centro identificazione ed espulsione (Cie) di Lamezia Terme, ma soprattutto che promuova e favorisca la tutela dei diritti civili e sociali dei cittadini stranieri.
LA TESTIMONIANZA
Toccante la testimonianza di un immigrato che vive nell’ex Cartiera di Contrada Focolì. «Lavoriamo per voi – ha detto in un perfetto inglese – ma voi non ci permettete di farlo nella legalità. Noi siamo clandestini in Italia e nel nostro Paese. Siamo diversi ma siamo uguali» ha detto tra le lacrime. Poi ha accusato l’Italia, «che, al contrario – ha detto – della Francia e della Germania, non sta avviando politiche di integrazione» e ha lanciato l’idea di una grande confronto civile sui temi dei diritti agli immigrati nell’ex cartiera di Rosarno.
LOIERO: «CONDIZIONI DISUMANE»
E proprio nell’ex cartiera, prima di partecipare ai lavori della Cgil, si è recato il presidente della Regione Agazio Loiero. «Ma come è possibile – ha detto – che in un territorio che ci appartiene ci possano essere condizioni di vita così disumane?. Quelle scene mi hanno sconvolto e non posso accettare situazioni come questa. Anche se non è compito della Regione abbiamo scelto di intervenire cercando di alleviare la vita di quegli uomini».
Loiero ha poi annunciato che la Giunta ha predisposto un disegno di legge sull’immigrazione che sarà presto trasmesso per l’approvazione al Consiglio regionale. E poi, citando l’esperienza di integrazione avviata nei comuni di Riace, Caulonia e Stignano , ha auspicato che «non sarebbe una brutta cosa se proprio dalla Calabria e in particolare dalla Piana, terra di lotte contadine, arrivasse il primato dell’accoglienza». Oltre a Loiero, ai lavori sono intervenuti anche Pasquale Larosa, Massimo Covello e Sergio Genco, della Cgil Calabria; Anna Pizzo, consigliere regionale del Lazio, e Morena Piccinini, segretaria nazionale confederale della Cgil.

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