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COSENZA – «Sta chiazza è na fera». Nunzio Scalercio sintetizza così il pomeriggio di ieri in piazza 11 Settembre. Il “webmastru” di Spigaweb guarda attonito e arrabbiato, insieme agli altri organizzatori del flash mob contro il precariato, l’esibizione degli sbandieratori di Bisignano. Che iniziano la loro performance pochi minuti prima dello start del raduno creativo organizzato dal movimento #Oil (Oltre il labirinto). «Noi abbiamo chiesto l’autorizzazione al Comune e alla questura, sembra un boicottaggio», aggiunge. Anche perché in piazza 11 Settembre ci sono pure tre gazebo: quello del Movimento 5 Stelle che, fresco del successo elettorale alle amministrative, diffonde il verbo tra i cosentini; quello della Croce Rossa che sgomita con gli organizzatori di #Oil perchè aveva programmato, nella stessa piazza, una dimostrazione; e quello della Confederazione agricoltori e patronato Inac che, a sostegno delle loro iniziative, avevano ingaggiato gli sbandieratori di cui sopra. Il caos. E allo sdegno per il precariato, si aggiunge quello per l’organizzazione approssimativa.
«La gente è arrabbiata, qualcuno pensa che sia stato fatto apposta», sussurra l’ex sindaco Eva Catizone a Iole Perito, portavoce del sindaco. «È stato un problema di uffici», risponde lei. E l’assessore Alessandra De Rosa, che partecipa, anche lei, al flash mob conferma. «Si è verificato solo un disguido all’ufficio che concede le autorizzazioni. – spiega – Tutti chiedono piazza 11 Settembre e spesso, nella richiesta di autorizzazione, non si specificano gli orari. Così possono capitare delle sovrapposizioni. Il Comune ha concesso al movimento #Oil anche una pedana e gli amplificatori, figuriamoci se voleva boicottarlo. Io personalmente, come assessore alla Solidarietà, sostengo il movimento e spero che vada avanti».
E il movimento, infatti, non demorde. «Disturbiamo gli sbandieratori?» suggerisce qualcuno. Alla fine prevale il buon senso e si aspetta che i bisignanesi finiscano. Il “mob basta” slitta di mezz’ora ma pazienza. Il movimento nato su Facebook e Twitter chiama e la città risponde come può.
Si parte in silenzio e immobili, poi si tirano fuori i giornali, per leggere annunci di lavoro improponibili e mortificanti. La danza silenziosa è quella che attira di più l’attenzione. «Ma chi stanno faciannu?» s’interroga un passante curioso. «Nu flescmob», risponde il più consapevole vicino. Stupore.
L’emozione, poi, arriva alla lettura del manifesto del movimento. Perchè in tanti possono riconoscersi in quelli «piegati a professioni che nulla hanno a che fare con i nostri talenti, abbassando la testa quando ci sfruttano, sottopagano, quando ci fanno credere che è già una cosa grande se il lavoro ce l’hanno dato. Quando ci convincono che umiliazione, frustrazione e rabbia sono condizioni di vita normali, da accettare perché “è ovunque così”».
Il riferimento a Lucia, la giovane cosentina che si è suicidata perchè stanca di lavori umilianti e sottopagati, è un attimo. Quello buono per un brivido lungo la schiena. L’urlo «precariato basta!» è liberatorio e la piazza si sfoga in un applauso. Poi spazio al rap di due giovanissimi studenti dell’Alberghiero, Antonio Filice e Alessandro Zanfini, in arte The Reset. Una giornata particolare.
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