1 minuto per la lettura
«A differenza della ‘ndrangheta, alla quale politici ed intellettuali del luogo stanno per erigere addirittura un museo di tre piani per la conoscenza del fenomeno mafioso, le opere d’arte come i Bronzi di Riace appartengono all’intera umanità. Provengono dalla cultura da cui è nata la civiltà occidentale e dovrebbero girare il mondo come fanno tutti gli altri capolavori». A sostenerlo è Pino Arlacchi, sociologo, ex vicesegretario generale dell’Onu, originario di Gioia Tauro. «A proposito dei Bronzi al G8 – aggiunge – Berlusconi non ha proposto nulla di strano. Qualunque primo ministro avrebbe fatto così. Il G8 è un’occasione eccezionale di promozione del patrimonio artistico di una paese come il nostro». «I politici reggini – afferma Arlacchi – non sono stati capaci, a 37 anni dalla scoperta delle statue, di fare in modo che il Museo Magna Grecia venisse adeguatamente ristrutturato e non sono stati capaci di creare i servizi di supporto necessari per attirare il pubblico. In un altro contesto intorno ai Bronzi e al Museo si sarebbe costruita, da tempo, la fortuna di una città e di una regione. Il fallimento di una classe politica, di destra e di sinistra, si misura anche da questo. I politici calabresi non sono stati capaci, a quasi 40 anni dalla nascita della Regione, di valorizzare l’eredità della grande storia che è passata dalle loro parti. La prova di ciò è il fatto che la Calabria e l’Abruzzo-Molise sono le uniche regioni italiane che, a tutt’oggi, sono escluse dalla mappa dei siti Unesco patrimonio storico dell’umanità. Ma per l’Abruzzo ci sono delle ragioni. Per la Calabria nessuna, se si eccettua il malgoverno».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA