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Aveva comprato un panettone e del torrone. Tornava a casa, dal lavoro al Nord, per festeggiare il Natale con la sua famiglia. Quei regali per il 25 dicembre i rapinatori che l’hanno colpito senza pietà li hanno lasciati nel borsone che il poveretto aveva tra le mani, portandogli via il portafogli e il cellulare. Francesco Lamboglia, 48 anni, è stato trovato a Napoli in una pozza di sangue, colpito con tre coltellate al cuore, a un fianco e a un gluteo. È rimasto vittima probabilmente su questa strada sembrano incamminate le indagini degli agenti del commissariato di polizia di Vicaria Mercato e della Squadra Mobile della Questura di Napoli di un branco di rapinatori che lo hanno colpito all’angolo tra corso Arnaldo Lucci e via Pica proprio di fronte alla Stazione ferroviaria centrale di Napoli. Quell’uomo morente a terra è stato visto da alcuni passanti che hanno chiamato il 118. Gli operatori sanitari giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatare la morte dell’uomo. Sul luogo della rapina, conclusasi con il delitto, sono giunte anche le volanti della polizia. Lamboglia non aveva documenti addosso. Per risalire alla sua identità si è rivelato utile un numero telefonico appuntato sull’agenda. Era quello del figlio, Antonio. È stato così possibile fare luce sull’uomo e le ore che hanno preceduto la sua morte. Lamboglia abitava, insieme con la moglie Maria, di 47 anni, e il figlio, Nicola, di 25 anni, in contrada Santo Iorio a Lauria, in provincia di Potenza, dove si era trasferito da Maratea. Lavorava come operaio per un’impresa di Sesto Fiorentino impegnata in lavori autostradali. Il suo turno di lavoro lo aveva fatto dalle 22 di sabato alle 7 di ieri mattina. Poi, un collega lo aveva accompagnato alla stazione dei bus di Barberino del Mugello. Al figlio aveva fatto una telefonata sabato sera annunciandogli l’imminente arrivo. Ieri sera, Lamboglia era a Napoli, forse per prendere un altro pullman necessario per raggiungere la sua cittadina di residenza. Chi ha incontrato, cosa è successo? Gli investigatori sono impegnati a ricostruire il quadro di quanto accaduto. Insieme con i dolci che aveva portato per Natale, l’uomo aveva un borsone con gli indumenti sporchi usati per il lavoro e qualche attrezzo necessario per la sua attività. A casa Lamboglia non è mai arrivato. Il viaggio inverso è toccato a moglie e figlio distrutti dal dolore: sono venuti a Napoli per il riconoscimento della salma che è stata portata al Secondo Policlinico per l’autopsia.

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