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«Se non volete morire smettetela di occuparvi dei progetti per la città di Crotone. Unico e ultimo avvertimento». Destinatari del messaggio minatorio: il consigliere regionale Francesco Sulla, poi diventato assessore, il presidente della Provincia, Sergio Iritale, il capogruppo dei Ds in consiglio comunale, Arturo Crugliano Pantisano, oggi vicesindaco. Ovvero le massime espressioni istituzionali della Quercia crotonese al Comune, alla Provincia e alla Regione nel febbraio 2007, data dell’intimidazione riconducibile, secondo gli inquirenti,
alla vicenda Europaradiso, al centro dell’inchiesta antimafia Perseus. La lettera
contenente le minacce di morte fu raccolta nel primo pomeriggio dallo stesso Crugliano Pantisano sui gradini della sede della federazione Ds, in via Panella. Tra le piste investigative battute, nella primissima fase delle indagini, c’era quella che portava a individuare possibili legami tra le minacce e il “no” della giunta regionale al progetto per la realizzazione del megavillaggio turistico Europaradiso, con particolare riferimento all’atteggiamento dei Ds che sollevarono obiezioni e perplessità sull’investimento proposto dal magnate israeliano David Appel. Oggi gli investigatori che hanno condotto l’operazione Perseus, 20 fermi a carico degli affiliati alle cosche di Papanice e perquisizioni
a undici colletti bianchi, confermano. Lo scenario in cui potrebbe essere maturata
l’intimidazione potrebbe essere quello delle pressioni da parte del clan dei papaniciari perché il progetto andasse in porto. Il plico era indirizzato al partito. Dentro c’era un foglio formato A4 piegato in due con il testo di cui sopra e l’indicazione dei tre esponenti del partito quali destinatari. La denuncia
fu sporta in Questura dall’allora segretario provinciale dei Ds, Giuseppe Corigliano. Una riunione, quella tenutasi in federazione sull’orientamento del partito su Europaradiso, richiamata da Giuseppe Mercurio, consigliere Pd, uno degli indagati eccellenti, nel corso dell’interrogatorio svoltosi nel maggio
scorso davanti al pm Pierpaolo Bruni. «Ho saputo dall’assessore regionale Francesco Sulla, durante la famosa riunione della segreteria del partito, che il progetto non doveva essere più realizzato con dei fondi privati, ma erano stati richiesti finanziamenti pubblici, quindi Sulla ci invitò a non perorare più il progetto». L’assessore Francesco Sulla, cutrese, è omonimo di Francesco Sulla, crotonese, indagato (è un consulente di Appel ed è stato assessore dell’ex giunta comunale di centrodestra), ovverom colui il quale, secondo quanto riferito da
Mercurio al pm, «sponsorizzava privatamente il progetto». Lo stesso Mercurio, che, come già riferito, secondo gli inquirenti proprio per l’impegno su Europaradiso è stato votato dal gruppo guidato dal presunto boss Leo Russelli, al pm ha detto che Francesco Russelli, fratello di Leo, e Salvatore Aracri, referente locale di Appel, «si conoscevano». E ancora: «Francesco Russelli veniva spesso al comune durante il mandato della giunta di centro-destra. A parte Mimmo Elia (uno dei presunti affiliati, ndr) e Mimmo Bumbaca (oggi pentito, ndr), non ho altre conoscenze comuni con Francesco Russelli che si chiamano Mimmo, in ogni caso ho s pesso detto a Francesco Russelli che Bumbaca non mi piaceva. Non so se Bumbaca mi ha appoggiato alle ultime elezioni, non sapevo che lavoro faceva, mi
aveva detto lui che lavorava come custode da Scilanga. Dopo le elezioni ci siamo incontrati una sola volta perché lui si lamentava del fatto che la cognata non era stata chiamata per il servizio civile. Non ricordo al momento se Francesco Russelli mi disse che Bumbaca si era lamentato del mio comportamento successivo
alla mia elezione, riguardante la posizione della cognata».

Antonio Anastasi

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