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Un giro di imprenditori legati tra loro, tutti edili. Prendevano accordi sui ribassi da proporre alle gare pubbliche e avevano contatti diretti con i funzionari del Comune, alcuni di questi venivano ritenuti “amici”, a cui fare favori e regali. Parte da qui l’inchiesta “Caterpillar” riaperta dal Pm Pierpalo Bruni, dopo archiviazioni e assoluzioni, datate qualche anno fa. L’ipotesi della magistratura, ancora da accertare, è che non ci siano solo le due ditte, (Ciampà e Crotonscavi), ad aver usato le scorie cubilot, non trattandole, provenienti dalla fabbrica metallurgica di Pertusola. Lo scenario potrebbe essere più ampio.
Anche perché dalle intercettazioni telefoniche viene fuori una sorta di “primato”
che aveva il gruppo Ciampà sul territorio. In quell’inchiesta Giovanni Ciampà
(oggi indagato nella vicenda delle scorie tossiche di Pertusola) ne è uscito pulito. L’indagine infatti è stata archiviata al tribunale di Catanzaro (per il possibile concorso esterno in associazione mafiosa) e al tribunale di Crotone la sentenza è stata di assoluzione (per i reati di turbativa d’asta e associazione
a delinquere). Ora però la magistratura riapre il caso. Lo lega all’indagine “Black Mountains”,sulle scorie di Pertusola ed ecco uno scenario inquietante, anche nei rapporti tra i tecnici delle ditte e alcuni funzionari del Comune.
I REGALI AL COMUNE
Dall’inchiesta Caterpillar infatti veniva fuori che i Ciampà (ripetiamo assolti)
avevano tessuto una «fitta rete di complicità all’interno del Comune di Crotone».
In una telefonata di un dipendente del Comune S.P. ad un funzionario dello stesso ente, questi chiede se «possono sorvolare su un problema nell’esecuzione
dei lavori, ma questi rifiuta categoricamente». S.P. chiama dall’ufficio di Ciampà. E per il Pm non è un caso. Dagli atti in possesso della magistratura, ad oggi al vaglio del sostituto procuratore Bruni, risulta pure che alcuni dipendenti abbiano ricevuto dei “favori”, dei regali, in cambio di «precedenza
assoluta» nelle pratiche da espletare in favore delle ditte. I regali il più delle volte erano soldi. Assegni o contante.
PER PERTUSOLA,LE INTIMIDAZIONI
Dalla stessa inchiesta viene fuori che anche il Consorzio Imprese Edili Crotonesi
avanzò «la propria offerta alla Pertusola Sud». L’opera riguardava «l’attività varia di movimentazione interna nello stabilimento di Crotone. Nel dettaglio
tali attività riguardavano il trasporto di metallina e scoria granulate dalle vasche di granulazione al bilico dell’impianto scorie, la pesatura e il trasporto fino al piazzale di stoccaggio all’interno dello stabilimento; il
prelievo con la pala meccanica delle varie materie dei cumuli e il carico nelle tramogge di alimentazione dell’impianto». A questo si aggiungeva, come è scritto
nell’indagine riaperta il trasporto, fino al bilico dell’impianto scorie e successivamente fino al deposito all’interno dello stabilimento di ferriti di zinco, cemento di rame e, solfato di piombo, il trasporto all’interno e
all’esterno dello stabilimento, entro un raggio di cinque chilometri.
Tutto questo però non stava bene a qualcuno. Nei mesi successivi all’offerta del Consorzio Imprese Edili Crotonesi i soci del gruppo subirono una serie di gravi danneggiamenti e intimidazioni, fino a quando, nel maggio del 1996, decisero di ritirare la propria candidatura. Si ritrovarono in pratica con mezzi incendiati, auto distrutte, ordigni sotto imezzi del calcestruzzo. Danni ingenti, non sopportabili che cessarono appena ritirarono la loro candidatura alla possibilità della movimentazione del materiale di Pertusola, aggiudicata poi a Crotonscavi e alla società di Ciampà e, in entità minore alla Sa.Mi. di Raffaele
Vrenna (nato nel 1936). A tutto questo il sostituto procuratore Pierpaolo Bruni
sta dando nuova linfa, riaprendo un caso che per certi aspetti è rimasto ancora
irrisolto.
Andreana Illiano
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