X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

Da stamattina presto Antonio Carone, 48 anni, disoccupato e padre di una bimba di 14 anni, , attaccata ad un respiratore e che si nutre attraverso un sondino nello stomaco, si è incatenato dinanzi al municipio di Ricadi, il comune dove risiede con la ragazzina, Annabella, un figlio più piccolo e la moglie. Accanto al suo lettino su cui giace giorno e notte, l’ apparecchio elettrico che le garantisce la ventilazione necessaria per poter vegetare. «E’ così dalla nascita» dice il padre, di professione cuoco ma attualmente senza lavoro. Annabella è stata dimessa da poco dal reparto di rianimazione dell’ospedale di Vibo Valentia in seguito ad un ennesimo episodio di severa insufficienza respiratoria, come hanno scritto i sanitari sul foglio di dimissioni, su cui sono elencate le numerose malattie di cui la razza è affetta ad incominciare da quella principale, la cerebropatia che hanno deformato il suo corpicino, eccetto il viso. «L’Asp per due mesi – dive ancora il papà – aveva sospeso i prodotti per la nutrizione per via enterostomica e ho dovuto lottare per poterli riavere. Ho chiesto che le venisse ampliata l’assistenza domiciliare di cui gode per tre giorni la settimana». Ma non è soltanto questo di cui necessità la famiglia di Annabella, che versa in ristrettezze economiche. «E’ vero – commenta – che ha una pensione di 450 euro al mese, ma ne pago 250 di fitto e altre 250 di corrente dovuta al consumo del respiratore. Mi sono rivolto, ma inutilmente, sia al Comune di Ricadi, sia alla provincia, sia alla Regione, che non mi hanno nemmeno risposto. Soltanto il sindaco, stringendosi nelle spalle, mi ha risposto che la Regione non manda i fondi per l’assistenza. Ho chiesto allora che mi assegnasse un alloggio. Quando Annabella aveva tre mesi – racconta ancora l’uomo – siamo, siamo emigrati in Germania in cerca di una migliore fortuna, guadagnavo anche bene, ma quattro anni fa, ce ne siamo dovuti ritornare con la speranza di per poter curare meglio la bimba e nello stesso tempo avere un lavoro stabile con cui tirare avanti, ma mi sto amaramente accorgendo che le cose non sono affatto cambiate, anzi sotto alcuni aspetti , sono peggiorate».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE