2 minuti per la lettura
Daniel Cociu, 38 anni, avrebbe imposto ad alcuni connazionali di consegnargli quotidianamente una parte della loro paga. L’uomo, secondo quanto è emerso dalle indagini della Squadra mobile, contattava i suoi connazionali nel momento del loro arrivo a Cosenza e, spacciandosi come il referente unico per i romeni in cerca di lavoro, imponeva loro, dopo che questi avevano trovato un’attività, un «pizzo» quotidiano che variava dai dieci ai trenta euro al giorno. Chi non sottostava alla richiesta subiva minacce o intimidazioni. Cociu, secondo l’accusa, si sarebbe anche impossessato dei bagagli di coloro che non sottostavano alle sue richieste di denaro. Il 38enne, è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa su richiesta del pm Claudio Curreli ed avrebbe agito in complicità con la moglie, Somma Viorica Costache, di 36 anni, nei confronti della quale, il gip, ha emesso un obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
“Sono il Capo Ufficio del Lavoro di Cosenza. Se vuoi lavorare devi pagare dieci euro al giorno. Altrimenti per te sono botte”; è questa l’intimidazione attraverso cui Cociu, in concorso con la moglie di 36 anni, Viorica Somma Costache, imponeva ai suoi connazionali, appena giunti in città, il pagamento di una somma di denaro che variava dai 10 ai 30 euro al giorno a persona, da corrispondere al termine di ogni giornata lavorativa.
Le indagini sono scattate lo scorso maggio in occasione dell’arrivo di alcuni rumeni, due uomini ed una donna, provenienti da Cassino e giunti alla stazione ferroviaria di Cosenza. Il Cociu, dopo aver avvicinato i connazionali, nell’avvertirli di essere il ‘responsabile unicò cui far riferimento per chiunque cercasse lavoro in città, ha intimato loro la consegna del denaro. Le vittime si opposero alla pretesa e il Cociu s’impossessò dei loro bagagli e dei loro documenti, minacciandoli di violente ritorsioni da parte dei numerosi connazionali presenti in città se non avessero pagato. Nel corso delle indagini, sono stati scoperti, tramite diverse testimonianze, e grazie alla collaborazione di altri rumeni, molti altri episodi analoghi. Attraverso servizi di osservazione, la Polizia ha potuto anche provare le violenze subite da chi andava a chiedere indietro i bagagli sottratti in attesa della consegna del denaro. Si è anche dimostrato come il ‘primo contattò con le vittime avvenisse proprio presso la stazione ferroviaria o quella delle autolinee di Cosenza.
Il Cociu è stato portato nel carcere di Cosenza mentre a sua moglie è stata notificata la stessa ordinanza di applicazione della misura cautelare ma con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA