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Il Consiglio comunale di Gioia Tauro è stato sciolto dal Governo il 22 aprile scorso perchè « sono state accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata». La commissione di accesso per accertare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività del Comune era stata insediata dal Prefetto di Reggio Calabria nel dicembre 2007. Dopo una prima fase di lavoro e una proroga di altri 60 giorni, la Commissione ha depositato alla fine di marzo, in Prefettura, la propria relazione che è stata poi inoltrata al ministro dell’Interno. Da qui, poi, la decisione del Consiglio dei ministri di sciogliere il Consiglio comunale di Gioia Tauro. Il sindaco in carica all’epoca, Giorgio Dal Torrione, dell’Udc, era stato eletto, a capo di una coalizione di centrodestra, dopo il ballottaggio svoltosi nel maggio 2006.
Gli arresti eseguiti stamani dalla squadra mobile di Reggio Calabria e da personale del Commissariato di Gioia Tauro, rappresentano una prosecuzione dell’operazione «Cento anni di storia» che ha decapitato i vertici della cosca Piromalli, con l’esecuzione di 18 fermi. Proseguendo le indagini ed ampliando i filoni riguardanti i rapporti con la pubblica amministrazione, i pm della Dda reggina Salvatore Boemi, Roberto di Palma, Roberto Pennisi e Maria Luisa Miranda sono giunti alla richiesta avanzata al gip dell’emissione di cinque ordinanze di custodia cautelare. Il provvedimento è stato emesso nei confronti di Gioacchino Piromalli, di 64 anni, del nipote omonimo (39), del sindaco di Gioia Tauro in carica prima dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, Giorgio Dal Torrione (62), dell’ex vice sindaco Rosario Schiavone (32) e del sindaco di Rosarno, Carlo Martelli (68).
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