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Gioiese, una coppa per rinascere

IN un anno dal Marcianise al Casabona. Dalla Serie D alla Prima categoria. Il 19 aprile del 2015 la Gioiese, battendo in casa la squadra campana, compiva un passo fondamentale nella sua splendida rincorsa verso la salvezza in Serie D. Il 20 aprile di quest’anno la stessa Gioiese, in una finale palpitante ed emozionante, battendo ai rigori il Casabona, ha potuto alzare al cielo la Coppa Calabria, riservata alle squadre di Prima categoria.

La scorsa estate la Gioiese e Gioia Tauro hanno perso la Serie D, trovando la forza per ripartire dalla Prima categoria. In un anno dalle stelle alle stalle. In un anno dai confronti con Akragas e Battipagliese ai match con Antonimina e Hierax (con tutto il rispetto possibile per queste squadre, ovviamente). Una prospettiva totalmente diversa.

Un colpo al cuore per tanti tifosi, per coloro che la Gioiese la seguono da piccoli, quando il “Cesare Giordano” era un tempio del calcio, spesso inespugnabile. Ma nell’ultimo ventennio Gioia Tauro si è purtroppo abituata ad assistere a prodigiosi exploit ed a clamorose scomparse.

Eppure c’è gente che si ostina a crederci. A soffrire. Ad amare quel colore viola, unico, bello, intenso, da esporre con orgoglio su tutti i campi, da Agrigento a Rombiolo, da Sorrento a Melicucco.

Dietro questa vittoria con il Casabona c’è l’orgoglio del presidente Rosario Schiavone e di quei dirigenti che hanno trovato la forza per ripartire, quando in pochi gli davano credito (e le difficoltà non mancheranno per il futuro). C’è un tecnico come Nino Leonoardis che aveva tutto da perdere, in questa stagione, e che ci ha messo la faccia e la competenza per provare a far rivivere emozioni a tifosi e appassionati rimasti mortificati e delusi. Ci sono tifosi animati da passione vera, genuina, spontanea. E c’è pure una squadra che ha vinto, stavolta anche in maniera fortunosa contro un Casabona a cui vanno fatti solo tanti complimenti.

Se vogliamo dirla tutta i crotonesi avrebbero meritato la vittoria, ma stavolta gli dei del calcio hanno deciso che dovevano “risarcire” la Gioiese e Gioia Tauro, dopo aver loro “scippato” la Serie D. Probabilmente sarà una magra consolazione, però questa “piccola” coppa ha regalato grandi emozioni, perché dietro a quel trofeo ci sono lacrime e sudore, passione e competenza. Ci sono sacrifici e tempo preso a familiari, affetti e lavoro per poter gridare al mondo intero: “Noi siamo la Gioiese”.

C’è anche l’orgoglio di sentirsi “viola” fino in fondo. Quell’orgoglio che ti porta a seguire ed incitare la squadra sui campi di Prima categoria, dopo aver lottato con ardore in Serie D. Di fronte a certe cose, la categoria è relativa.

Si è ripartiti dal basso, a Gioia Tauro, ma si è comunque ripartiti. Sarà anche un coppetta, questa presa a Lamezia Terme, ma quando dietro ad un trofeo ci sono orgoglio, passione, tradizione e sacrificio, allora è come se si fosse alzata al cielo la “Champions League”. Certe emozioni, come quelle provate il giorno della finale, non hanno prezzo.

Bentornata Gioiese.

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