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MATERA – Le primarie come ricetta per la scelta del candidato sindaco e della squadra di governo, distinguere la figura del sindaco da quella del presidente della Fondazione Matera 2019.
Sono i punti sui quali l’area renziana del Partito Democratico si è compattamente espressa in una riunione che si è tenuta venerdì scorso a Matera alla presenza del presidente della Regione Marcello Pittella e dei principali rappresentanti istituzionali.
In particolare su queste basi una delegazione renziana vuole discutere con il segretario regionale Luongo aggiungendo agli elementi di confronto il fatto che Luca Braia e la sua collocazione nell’esecutivo regionale «non può essere oggetto oggi di patteggiamenti poiché risponde sia al risultato conseguito alle primarie per l’elezione alla segreteria regionale del Pd, sia all’intese politiche intervenute in sede congressuale».
Insomma Braia assessore non è oggetto di trattativa e il sindaco di Matera va scelto solo attraverso le primari, con un rinnovamento che apra a nuove e diverse opzioni. Sono questi i termini di una discussione che comprende anche le scelte da fare per la squadra di governo ed una “bonifica” delle liste che possa tener conto della necessità di un rinnovamento.
Le differenze evidenti che erano emerse nei giorni scorsi circa un accordo compensativo tra l’ingresso di Braia in giunta e la ricandidatura di Adduce sono state dunque appianate e superate (o almeno accantonate) da un’idea che punta a distinguere le due situazioni, a insistere sulla presenza in giunta di Braia e a tenersi comunque le mani libere circa la posizione del sindaco di Matera e il ricorso alle primarie. Una conditio sine qua non a cui i renziani non rinunciano e che ribadiranno anche a Luongo.
Importanti però in questo contesto restano anche altri elementi che potrebbero essere possibili appigli di mediazione che andranno esaminati per arrivare ad una scelta unitaria.
A partire per esempio dalla proposta confermata di distinguere il sindaco dal presidente della Fondazione, per continuare poi con le scelte circa la squadra di governo cittadino. Insomma su alcune di queste cose, se non su tutte i renziani chiederanno delle risposte e anche la parte del Pd che è più vicina ad Adduce non potrà esimersi dal darle.
La partita resta aperta e i colloqui dei prossimi giorni ne chiariranno e delineeranno meglio i contorni. Ufficialmente quella emersa venerdì è una strategia chiara che tiene compatta l’area renziana e conferma la fiducia a Braia tenendo fuori però Matera dai giochi compensativi. Ricacciando indietro qualsiasi ipotesi di accordo, almeno per ora.
Ovviamente però in un confronto politico come quello che dovrà partire a breve delle concessioni, da una parte e dall’altra dovranno essere fatte.
Più facile pensare ad esempio ad un ragionamento aperto sui vertici della Fondazione o sulle modalità di costituzione della prossima giunta comunale che non solo sul candidato sindaco da scegliere e sulle primarie.
Ma queste al momento rimangono solo ipotesi anche perchè la palla è lasciata al presidente Pittella a cui si chiede di muoversi nella duplica direzione di «consolidare il percorso del governo regionale» ma anche di assicurare «il rinnovamento della città di Matera».
Non sono mancate nel corso del dibattito di venerdì a cui hanno partecipato anche i parlamentari renziani Maria Antezza e Salvatore Margiotta anche dei passaggi sulla situazione che vive il Pd di Matera e sulla necessità di avviare un processo di cambiamento anche perchè oggi nel partito «non ci sono né garanzie di libera partecipazione né di trasparente vita democratica».
Amminizioni su larga scala che hanno fatto capolino nel corso della discussione e che dimostrano come la partita sul sindaco di Matera e non solo rimanga ancora aperta.
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