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POTENZA – Vi sentiresti tranquilli se a gestire la rete regionale dell’Emergenza urgenza, conosciuta come “Basilicata Soccorso”, fosse un medico che nulla ha a che fare con le emergenze, come a esempio un dermatologo o un ginecologo? Molto probabilmente no.
Eppure è proprio quello che potrebbe accadere a breve in Basilicata. Con molte legittime perplessità. Soprattutto alla luce del delicatissimo ruolo assegnato al direttore del dipartimento interaziendale, incarico attualmente ricoperto dal dottor Libero Mileti.
Che oltre a occuparsi della gestione del complesso sistema su tutto il territorio regionale ha precise responsabilità professionali in materia clinico organizzativa. Per intenderci, il direttore del dipartimento (Dires) è che colui che coordina il servizio che conosciamo come 118. I cui operatori garantiscono il primo intervento sanitario.
Ed è per questo che la precedente delibera di giunta (la 1946 del 2010) prevedeva che a gestire il dipartimento interaziendale fosse un direttore proveniente da unità operative dell’area di emergenza urgenza. Nella pratica, oltre ai primari di anestesia e rianimazione, quelli di Uo considerate (in questo senso) equipollenti: medicina e chirurgia d’urgenza, cardiologia, cardichirurgia, medicina d’urgenza, medicina di pronto soccorso e medicina interna.
La nuova Giunta regionale, però, ha deciso di cambiare le regole per la selezione del nuovo direttore.
E con la delibera numero 504 dello scorso aprile ha proceduto a estendere le unità operative di provenienza. A gestire il Dires non dovrà essere più necessariamente un anestesista rianimatore come l’attuale direttore Mileti, primario dell’Unità operativa dell’Ospedale di Lagonegro.
Ma un direttore proveniente da qualsiasi area medica di tutte le aziende sanitarie regionali. Per assurdo, quindi, anche il direttore del reparto di Oculistica, evidentemente con ben altre competenze, potrebbe trovarsi a dirigere la rete di Basilicata soccorso.
Un dipartimento, tra l’altro, da sempre alle prese con le ben note difficoltà che tutti conosciamo e che periodicamente riempiono le pagine di cronaca dei quotidiani locali. La delibera approvata lo scorso 30 aprile (nella seduta era assente l’assessore alla sanità, Flavia Franconi, oltre al collega dell’agricoltura, Michele Ottati) stabilisce proprio questo, senza però fornire spiegazioni in merito.
Se mancano le motivazioni ufficiali, non è difficile immaginare quali possano essere quelle ufficiose. A naso l’ “operazione” sa di intervento ad hoc. Evidentemente in vista della nuova nomina (Mileti da due anni gestisce il Dires in regime di prorogatio), si è orientati su qualche primario che non arriva dai reparti a cui prima era ristretto il campo della scelta. L’avviso pubblico per la selezione del nuovo direttore non è stato ancora pubblicato. Ma, alla luce della delibera, se ne deduce che dovrebbe arrivare a breve.
Anche se resta un nodo ancora tutto da sciogliere. Le procedure per l’individuazione del direttore del Dires erano state già avviate nel 2010, quando a candidarsi alla direzione erano stati in cinque. Procedure, però, mai completate. La commissione valutatrice non ha mai reso noti i risultati del colloquio del 2012, sostenuto, dopo la prima fase selettiva, da due dei candidati rimasti in lizza: l’attuale direttore Mileti e il primario dell’ospedale di Tricarico Rocco Casalaspro. Se la scelta fosse stata limitata a questi due nomi, trattandosi in entrambi di due anestesisti, non ci sarebbe stato bisogno di ampliare le aree mediche di provenienza. Sembra chiara l’intenzione di regolarsi in maniera diversa e di andare ben oltre la semplice riapertura dei termini. Largo a nuovi candidati e soprattutto alle aspirazioni dei dirigenti medici di secondo livello provenienti da tutte le aree.
E non è escluso che qualcuno di questi possa già vantare qualche titolo preferenziale. Non proprio di natura professionale.

 

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