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CHI sarà il prossimo sindaco di Potenza? Mai come stavolta il risultato non è scontato. Ed è questa la vera novità delle elezioni amministrative di questo 2014. Gli ultimi dieci anni ci avevano abituato a intuire in anticipo il vincitore.

Ricordo che nel 2003, per esempio, noi giornalisti invitammo – come sempre facciamo – i candidati sindaco perchè ci spiegassero i loro programmi. Tra gli avversari di Vito Santarsiero c’era una divertita rassegnazione. Sapevano con certezza, come sapevamo noi, che l’allora presidente della Provincia non avrebbe lasciato loro neppure le briciole. E così fu. Qualche anno dopo, la sorpresa del ballottaggio, ma non meravigliò affatto la riaffermazione del Pd e di Santarsiero.

Quest’anno è diverso. Molto diverso. Ci sono sei candidati e l’assoluta incertezza. Fare un pronostico su chi sarà il nuovo sindaco, colui che si accollerà debito storico e la città più infelice d’Italia, non è affatto facile. Perchè mai come questa volta il capoluogo si ritrova in una situazione complessa e di profonda depressione. Che sono frutto di crisi e incertezza, ma anche il risultato di una grande insofferenza alle politiche degli ultimi anni.  A ogni livello, comunale come regionale. Parlando con le persone senti il bisogno di svolte e cambiamento. E mai come stavolta il Pd, proprio nel capoluogo, rischia molto, moltissimo. L’insoddisfazione è palpabile e dire con certezza che nonostante tutto l’apparato è forte e vincerà non si può.

Il Pd di Potenza ora mi appare come a Bologna prima dello storico risultato di Guazzaloca, il primo sindaco di centrodestra. Io ero lì in quei mesi e ricordo come l’apparato desse come al solito per scontato il risultato. Così un candidato valeva l’altro, non era il nome che faceva la differenza. Tanto dietro c’era il partito. Poi gli elettori però ti sorprendono. E il centrodestra potentino forse mai come quest’anno sente profumo di vittoria. I candidati hanno parlato alla pancia delle persone, alla loro insoddisfazione. Hanno parlato a una città impantanata e che non riesce a intravedere la speranza di rinnovamento. Lo hanno fatto soprattutto nei luoghi che finora hanno rappresentato le roccaforti del Pd. Hanno battuto sul tasto della “liberazione”, la parola più usata. E il risultato è questa incertezza che, per la prima volta dopo anni, rende questo voto meno scontato. Più probabile forse il ballottaggio. Ed è l’unica cosa che si può prevedere. Tutto il resto sarà una sorpresa. Speriamo bella.

a.giacummo@luedi.it

 

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