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GENTILE Direttrice,
La più grande opera di cazzeggio. Negli ultimi vent’anni, la classe politica lucana si è affannata in un massiccio e reiterato inno al trastullo. Un gruppo di personaggi cresciuti sotto la stella dell’autoconservazione e dell’autoassoluzione perenne e a prescindere è riuscita nel difficile compito di portare precarietà anche nel mondo della politica.
Le ultime regionali, le prossime comunali di Potenza. Finita l’epoca delle alleanze basate su terreni comuni, assistiamo oggi, impotenti, al susseguirsi di alleanze “a progetto”.
Io appoggio Lacorazza alle primarie, ma, il giorno dopo le primarie, finito il progetto, divento chiaramente Pittelliano. Io sono un rottamatore nato, ma Pittella senior è ‘irrottamabile’. D’Alema sì, lui sì che va rottamato. Ma Pittella no.
Buongiorno, ieri ho fatto la tessera del PD, è ancora calda di stampa e da domani aspiro a fare il segretario regionale. No aspetta, quasi quasi faccio una mia lista fuori dal PD. Tranquilli, una lista di appoggio. Niente di serio. È solo per rompere un pò le palle durante i noiosi ponti pasquali. Anni e anni di narcisismo inconcludente hanno prodotto solo piccoli cloni che fanno ammuina. Mentre i ‘vecchi’ si esibiscono su twitter (non tutti, per la verità e per fortuna).
Direttore, su questo tema, mi lasci infierire. Il sindaco Santarsiero. Non si limita a twittare, ma abbellisce i suoi tweet con tanto di faccine e disegnini. Tipo: parla di musica? Nel tweet aggiunge il disegnino di un sassofono. Così, per chiarezza comunicativa. Il sindaco Santarsiero. Davvero uomo del mistero, per me. Due legislature e parla sempre di pesante eredità del passato.
Poi, però, quando parla della sua città, ne esalta i “tramonti campagnoli”. Come ha fatto nella sua recente lettera al Quotidiano. Suggerisco a tutti di cercarla e di rileggerla perché non può di certo essere derubricata a semplice commento.
E’ proprio lo spartito della sua amministrazione. Il ritmo del suo scritto ripercorre infatti la cadenza delle sue legislature. Incalzante, e per nulla doroteo, l’inizio: “nel rispetto profondo del tuo ruolo e nel pieno apprezzamento del tuo lavoro ritengo doveroso fare…”. Inappuntabile.
Seguono due abbondanti righe che spiegano ad un bambino elementare la differenza tra il quadrato ed il rettangolo: “Potenza e Matera non sono due città in contrapposizione e tantomeno alternative, i pregi dell’una non sono negatività per l’altra, i difetti dell’una non esprimono un merito per l’altra”. Ineccepibile. Poi, da osservatore, formula un pensierino compiuto: “Matera è città molto bella, dinamica, che vive dello straordinario fascino dei Sassi”. Inconfutabile. E, con un invidiabile slancio emotivo, va a sciorinare ciò che fa di Potenza la città più triste d’Italia (dopo Enna, se non erro): “il sole coperto dai palazzi splende invece nei tanti angoli o spazi urbani”. Ma c’è un altro passo. Eloquente. Uno di quei periodi in cui ci si dovrebbe fermare. Stendersi sul divano e piangere ininterrottamente. Quando dice che Potenza “è anche città “leale”, dai legami interni molto forti, accogliente, rispettosa, dai valori fondanti saldi e radicati”. Praticamente ne traccia il definitivo identikit campagnolo. I valori saldi e radicati. No dico. I valori saldi e radicati. Ma Sindaco. Tutto qui? Potenza è accogliente, ha i valori saldi e un tramonto campagnolo? E il sole, certo, dopo uno slalom massacrante tra palazzi orribili poi un po’ di spazio lo trova. Praticamente il nulla.
Avvocato Petrone. Rilegga la lettera del suo predecessore. C’è tutto quello che non deve mai fare né pensare. E troverei intelligente, oltre che strategico, ripeterselo quotidianamente, con le mani giunte: “io non sono Santarsiero. Io non approvo nulla di quello che ha fatto. E ancora non mi spiego come si sia potuto promuoverlo”. Già. Come è stato possibile. Questo tema ne introduce uno più grosso: il PD lucano è inaffidabile.
Per meglio dire: il PD non esiste! (A proposito, qualcuno sa dirmi il nome del segretario regionale? Chi è? Dove abita? Quanti anni ha? Quale il suo hobby?). Ad esser buoni dovremmo dire che il PD è in continuo divenire. Ma saremmo buoni e bugiardi.
Lacorazza, alle primarie, non ha fatto una buona campagna. Ciononostante, è stato fregato. Sinonimi non me ne vengono. Non si fidi del PD, caro avvocato. Ma aspiri a diventarne un leader. Sfrutti la sua posizione per marcare la differenza non solo dai suoi competitors, ma anche dall’attuale PD. Dove per PD intendo la dirigenza, naturalmente, non gli elettori. Perché la dirigenza ha già compiuto notevoli sforzi per marcare la differenza dai suoi elettori. E alla fine ce l’ha fatta.
Faccia un manifesto, anche piccolo piccolo. Con una sola scritta, grande grande: “ma dov’era Marcello Pittella il giorno della presentazione delle liste?”. Le diranno, i pittelliani della seconda ora (perché quelli della prima sono già tutti pentiti), che un governatore deve rimanere neutrale. È lì che lei dovrà sganasciarsi dalle risate. E scappare via senza salutare. Queste idiozie non si possono più sentire, vanno distrutte sul nascere. Non sia troppo social. Perché lei non ha un profilo social.
E, soprattutto, i social non si improvvisano. Lei ha il profilo di chi sa e dovrà risolvere i problemi della città. E lo farà anche senza twitter. Non insegua troppo gli effetti a sorpresa tipo quel “chi vuol essere milionario” andato in onda al Don Bosco (e, soprattutto, non vada più al Don Bosco! Ci saranno altri posti in questa dannata città!).
Perché lei non ha il profilo di chi recita copioni scoppiettanti.
Ci sono già troppi attori di fiction che inneggiano, urlanti e posticci, alla rivoluzione. E poi: basta con lo slogan del governare e cambiare insieme. Ma insieme a chi? Sia assertivo, come immagino lo sia nel suo lavoro. Non è un difetto, oggi. Tutt’altro. L’avvocato Petrone prende la responsabilità di candidarsi.
E, se sarà eletto, amministrerà lui, con le sue idee, la sua esperienza e la sua capacità. Ma non amministreremo tutti assieme. Non cambieremo tutti assieme. Cambierà Potenza. Perché Potenza ha bisogno di un sindaco carismatico che riesca a vedere oltre i tramonti campagnoli. E che sia decisionista.
Sia se stesso, avvocato Petrone. Giri rione per rione comunicando gli unici elementi che la distinguono dagli altri candidati: la qualità e la professionalità.
Il messaggio dovrà essere molto semplice: dopo venti anni di cazzeggio disordinato si torna al lavoro e al merito.
Basta e avanza, mi creda.
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