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POTENZA – Sono stati tutti rinviati a giudizio i 19 imputati dell’inchiesta Vento del sud su appalti e corruttele tra Potenza, Avigliano, Pietragalla e Brienza.
Lo ha deciso il gup Amerigo Palma accogliendo in toto la richiesta avanzata dal pm Francesco Basentini.
La prima udienza del dibattimento è stata fissata per il 17 ottobre, appena 10 mesi dopo il blitz in cui sono finiti agli arresti domiciliari l’imprenditore Bartolo Santoro (36), il capo dell’ufficio tecnico di Avigliano Rocco Fiore (38) e il dirigente dell’ufficio verde del comune di Potenza Pino Brindisi (53). Con loro era stato sottoposto all’obbligo di firma, poi annullato dal Riesame, anche l’imprenditore potentino Donato Colangelo (43). In più per altri 3 era scattato l’obbligo di dimora: a Pietragalla per l’allora assessore comunale Canio Romaniello (47); a Brienza per il responsabile dell’Ufficio tecnico del comune Michele Palladino (54), e ad Avigliano per Emilio Colangelo (30), l’unico tornato libero dopo le dimissioni da assessore comunale.
Tra i rinviati a giudizio c’è anche il sindaco uscente di Brienza, Pasquale Scelzo (61), che è accusato con Santoro e Palladino di turbativa d’asta, per l’appalto sul contenimento dei consumi energetici del comune, e abuso d’ufficio, per la sistemazione urgente di alcuni pali in «variante» rispetto al prospetto originario, sempre a vantaggio dell’imprenditore. A chiamarlo in causa sono alcune intercettazioni tra Santoro, Palladino e un dipendente dell’ufficio tecnico, Angelo Lopardo (53), dato che nei nastri registrati dagli agenti della mobile di Potenza la sua voce non risulta mai impressa.
L’inchiesta è partita ad agosto del 2012 con gli spari in un cantiere di Potenza quando un pistolero in motorino, con un casco integrale calato sulla testa, ha preso di mira l’auto del padre di Santoro. Dalle intercettazioni del figlio della vittima, sospettato di nascondere più di qualcosa, sono venuti a galla gli appalti truccati e i viaggi fuori porta (con immancabili parentesi hardcore) assieme a vari amministratori come Rocco Fiore e Canio Romaniello. Una comitiva di “renziani” in gita alla Leopolda per una delle convention del sindaco di Firenze. E poi mazzette come quella intascata dal dirigente dell’area verde del Comune di Potenza Pino Brindisi.
Nel complesso le accuse vanno dalla corruzione alla turbativa d’asta passando per il falso, l’abuso d’ufficio, il traffico di influenze e la soppressione di documenti.
Tra le gare sospette c’è quella da 200mila euro per la riqualificazione del campo sportivo di Lagopesole, nel comune di Avigliano. A combinarla sarebbero stati Fiore, l’ex assessore comunale Emilio Colangelo, Santoro, che è chi si sarebbe aggiudicato i lavori, e altri 2 imprenditori che avrebbero presentato offerte “di comodo” Antonio Summa (51) e Donato Colangelo.
In cambio dei “buoni uffici” di Fiore, Santoro si sarebbe messo «a disposizione» per raccogliere voti per la sua candidatura alle ultime parlamentarie del Pd e avrebbe pagato un treno di gomme nuove per l’auto della moglie, oltre a promettergli un impianto fotovoltaico per la sua abitazione. Ma una volta scoperta l’esistenza dell’indagine con Romaniello, l’assessore Donato Sabia (36) e un un dipendente del Comune, Leonardo Giordano (54), si sarebbe anche attivato per far sparire alcune carte compromettenti.
Altre gare finite nel mirino degli investigatori sono quella da 300mila euro per la riqualificazione di Rione Murate a Potenza e quella per i lavori di ristrutturazione della biblioteca di Palazzo d’Errico. A gestirle era il dirigente dell’Ufficio ambiente del Comune, Pino Brindisi, a cui Santoro si rivolgeva anche per l’assegnazione di subappalti e forniture da parte della ditta vincitrice.
Agli atti dell’inchiesta c’è in particolare un’intercettazione nell’auto di Santoro che ha registrato la consegna di 1.500 euro in contanti al funzionario. Soldi che in teoria sarebbero dovuti servire per una sponsorizzazione all’Asd Virtus Volley, una squadra di pallavolo femminile di Potenza, di cui a lungo Brindisi è stato dirigente. Salvo che sentiti dagli agenti della Mobile gli attuali responsabili della società hanno negato di aver incassato il denaro in questione.
Poi ci sono ancora l’appalto per i lavori alla scuole di via del Popolo, sempre nel capoluogo, per cui è indagato anche Canio Pietrafesa (50), e quello da 116mila euro del Comune di Pietragalla per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, per cui sono accusati il sindaco Rocco Iacovera(52), il vicesindaco Rocco D’Andrea (46) e l’ex assessore Canio Romaniello. Quest’ultimo, in particolare, è accusato anche di corruzione per aver avallato il progetto in questione cambio della ristrutturazione del suo studio, le spese per la 3 giorni alla Leopolda con Fiore e un altro viaggio a San Salvo con dopocena erotico a carico dell’amico imprenditore, e la promessa di regalie varie, come un iPad e una penna Montblanc.
La terza tranche dell’inchiesta riguarda la gara da 250mila euro del Comune di Brienza per il contenimento dei consumi energetici di edifici pubblici e quant’altro, per cui risultano indagati assieme a Santoro il sindaco Scelzo, Palladino, Lopardo e un progettista Pierangelo Cicerchia. Qui però gli inquirenti non ipotizzano la corruzione, oltre alla turbativa d’asta, ma soltanto il traffico d’influenze e l’abuso d’ufficio, visto che Santoro avrebbe provato a far ottenere a Palladino degli incarichi peritali dal Tribunale di Potenza, grazie a un amico cancelliere, Canio Muro, interessato a un nuovo impianto elettrico per la sua abitazione.
Infine per il subappalto illecito della manutenzione dell’autoparco della Provincia risultano indagato anche Rocco Posca (51) e Vincenzo Luise (53).
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