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SCATTA un nuovo allarme per gli immigrati che vivono nel Reggino come lavoratori stagionali. Un team di Medici per i Diritti Umani (Medu) ha distribuito sacchi a pelo termici a 120 migranti impiegati come lavoratori stagionali, costretti a vivere in drammatiche condizioni abitative ed igienico sanitarie all’interno di alcuni casolari abbandonati nelle campagne di Taurianova, Rizziconi e Rosarno.
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«In occasione della stagione agrumicola da novembre a marzo – evidenzia l’associazione – giungono ogni anno nella Piana di Gioia Tauro oltre 2.000 braccianti, per la maggior parte dell’Africa sub-sahariana. Nonostante nei territori dei comuni di Rosarno, San Ferdinando, Gioia Tauro, Rizziconi e Taurianova il fenomeno si ripeta ormai da anni con le medesime caratteristiche, le condizioni di lavoro e di accoglienza di questi migranti continuano ad essere disastrose».
Quest’anno le comunità e i territori della Piana di Gioia Tauro sembrano essere ancora più soli che in passato, secondo Medu. «Ciò che prevale – prosegue il sodalizio – è la percezione dell’abbandono e del disimpegno di fronte ai gravi problemi del territorio da parte della Regione Calabria e del Governo. Nella nuova tendopoli di San Ferdinando, allestita dal Ministero dell’Interno circa un anno fa, le tende possono ospitare fino a 450 persone mentre attualmente il campo contiene circa il doppio di migranti, stipati, oltre che nelle tende, in baracche e rifugi improvvisati fatti di legno e teloni di plastica. Già nello scorso novembre, un giovane migrante che non aveva trovato posto all’interno del campo, è morto di freddo all’interno di un’autovettura. L’intero insediamento è privo dei servizi più essenziali. La fornitura elettrica è mancata del tutto da maggio a gennaio, quando è stata ripristinata esclusivamente l’illuminazione prodotta dai lampioni esterni al campo. Il riscaldamento degli alloggi e dell’acqua come anche la possibilità di cucinare gli alimenti sono esclusivamente affidati ai numerosi fuochi accesi tra le baracche, che contribuiscono a rendere le condizioni di sicurezza dell’insediamento particolarmente precarie».
«All’interno della tendopoli non è previsto alcun intervento strutturato né vi è alcun ente gestore – sostiene Medu – dal momento che gli unici fondi stanziati in questa stagione (40.000 euro dal Ministero dell’Interno) sono stati utilizzati per un intervento di disinfestazione e per il parziale ripristino della fornitura elettrica. Se le condizioni all’interno della tendopoli sono pessime, ancora più drammatica è la situazione abitativa e igienico-sanitaria delle centinaia di braccianti stranieri che – conclude il sodalizio umanitario – trovano rifugio nei numerosi ghetti e casolari abbandonati sparsi in tutta la Piana di Gioia Tauro».
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