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E’ in istruttoria tecnica. Dobbiamo essere rispettosi della parte tecnica». Scriveva due giorni fa, alla vigilia della manifestazione, il presidente Pittella nella sua diretta twitter alla domanda sullo stato dell’arte sulla vicenda dell’impianto termodinamico della Teknosolar che dovrebbe sorgere nell’area del comune di Banzi. Ieri invece a scendere in piazza sono stati cittadini e parte delle istituzioni e ovviamente il tam tam è iniziato soprattutto sui network. «Oggi anche il tempo è contro la Teknosolar», scrive uno dei partecipanti. Il tempo non è clemente ma si manifesta in tanti. Il progetto, è ormai noto, prevede l’esproprio di 226 ettari di terreno ad alta vocazione agricola nel territorio di Banzi. Ma la massiccia presenza di cittadini e sindaci da Lavello, Montemilone, Spinazzola, Genzano, Maschito e, ovviamente, da Palazzo San Gervasio, insieme alla Cia e la Coldiretti e le associazioni e comitati dal Wwf e Italia Nostra è servita anche a qualcos’altro. Non è solo il ribellarsi ad un progetto come quello della centrale, ma affermare l’opposizione verso ogni mega progetto calato dall’alto senza alcun tentativo di coinvolgimento della cittadinanza. Dall’altro lato i sindaci hanno fatto una scelta chiara: schierarsi dalla parte della cittadinanza, superando la divisione politica. E così la città è andata avanti sotto un uggioso tempo umido che rapidamente si è trasformato in una rabbiosa pioggia mista a neve.
Una rabbia tutta rivolta ad una centrale che dovrebbe non solo raccogliere energia dal sole, ma produrre 15 megawatt anche grazie al gas naturale. E da queste parti i cittadini stanno dimostrando di averne abbastanza di vivere sotto la cappa delle emissioni (come quella della Fenice).
Per questo sfilavano ieri anziani, giovani, adulti e bambini e studenti, per dimostrare la determinazione a difendere il proprio futuro e tutelare un bene prezioso che poi in fondo è la terra che circonda questo piccolo pezzo di Basilicata. Contro, sì, la Teknosolar, ma anche una testimonianza di quanto si sta facendo da queste parti a difesa dell’ambiente lucano.

«E’ in istruttoria tecnica. Dobbiamo essere rispettosi della parte tecnica». Scriveva due giorni fa, alla vigilia della manifestazione, il presidente Pittella nella sua diretta twitter alla domanda sullo stato dell’arte sulla vicenda dell’impianto termodinamico della Teknosolar che dovrebbe sorgere nell’area del comune di Banzi. Ieri invece a scendere in piazza sono stati cittadini e parte delle istituzioni e ovviamente il tam tam è iniziato soprattutto sui network. 

«Oggi anche il tempo è contro la Teknosolar», scrive uno dei partecipanti. Il tempo non è clemente ma si manifesta in tanti. Il progetto, è ormai noto, prevede l’esproprio di 226 ettari di terreno ad alta vocazione agricola nel territorio di Banzi. Ma la massiccia presenza di cittadini e sindaci da Lavello, Montemilone, Spinazzola, Genzano, Maschito e, ovviamente, da Palazzo San Gervasio, insieme alla Cia e la Coldiretti e le associazioni e comitati dal Wwf e Italia Nostra è servita anche a qualcos’altro. Non è solo il ribellarsi ad un progetto come quello della centrale, ma affermare l’opposizione verso ogni mega progetto calato dall’alto senza alcun tentativo di coinvolgimento della cittadinanza. 

Dall’altro lato i sindaci hanno fatto una scelta chiara: schierarsi dalla parte della cittadinanza, superando la divisione politica. E così la città è andata avanti sotto un uggioso tempo umido che rapidamente si è trasformato in una rabbiosa pioggia mista a neve.Una rabbia tutta rivolta ad una centrale che dovrebbe non solo raccogliere energia dal sole, ma produrre 15 megawatt anche grazie al gas naturale. 

E da queste parti i cittadini stanno dimostrando di averne abbastanza di vivere sotto la cappa delle emissioni (come quella della Fenice).Per questo sfilavano ieri anziani, giovani, adulti e bambini e studenti, per dimostrare la determinazione a difendere il proprio futuro e tutelare un bene prezioso che poi in fondo è la terra che circonda questo piccolo pezzo di Basilicata. Contro, sì, la Teknosolar, ma anche una testimonianza di quanto si sta facendo da queste parti a difesa dell’ambiente lucano.

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