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POTENZA – Ora si può dire che c’è soltanto da stabilire la larghezza dei tubi, ma in attesa della nuova giunta il tavolo tecnico convocato per ieri è stato rinviato a data da destinarsi. Poi nei comuni della Val d’Agri cominceranno a fluire 5 milioni l’anno di gas come da accordi con Eni e Shell. Sempre che arrivi a felice conclusione anche la trattativa per l’aumento di produzione. Altrimenti i rubinetti verranno chiusi, e in maniera molto più sbrigativa di come sono stati aperti.

E’ di un mese fa ma è stata pubblicata soltanto nel bollettino ufficiale di sabato scorso, vigilia dell’apertura delle urne, la delibera con cui la giunta De Filippo ha approvato il patto stipulato a settembre dalle compagnie con il Comune di Viggiano per sè e per i vicini di Marsico Nuovo, Marsicovetere, Paterno, Tramutola, Sarconi, Montemurro, Moliterno, Grumento Nova, e Spinoso.

L’atto ha un forte sapore politico perché ha riconosciuto l’iniziativa portata avanti quasi da un anno e mezzo dal sindaco Giuseppe Alberti, e dal suo “mentore” Romualdo Coviello, ex senatore approdato tra gli scranni del capoluogo petrolifero lucano. Eppure è stato completamente “ignorato” dalla comunicazione istituzionale, nonostante il tradizionale profluvio pre-elettorale di notizie su fondi erogati, bandi e concorsi “last minute” accompagnati da tanto di squilli di tromba.

D’altronde anche a giugno soltanto il Quotidiano aveva dato notizia dei negoziati, che sono stati avvolti dal principio da un certo alone di riservatezza. Come pure la firma, che è avvenuta a Roma, delle “Linee guida per la redazione e sottoscrizione di un disciplinare per la fornitura di gas naturale tra Regione Basilicata, Comune di Viggiano, Eni spa e Shell Italia E&P spa”. Presenti: il capo di gabinetto del governatore De Filippo, Angelo Rinaldi e il segretario Pasquale Briamonte; il direttore generale di Sel (Società energetica lucana) Giandomenico Marchese, il sindaco di Viggiano Alberti e il senatore Coviello, Giuseppe Tannoia per Eni e Marco Brun per Shell.

All’interno delle “Linee guida” c’è tutto quello che serve sapere sull’operazione “gas gratis”. Definendo le «Attività» (con la maiuscola) di Eni e Shell in Val d’Agri viene spiegato che le due compagnie «intendono perseguire programmi di investimento nel territorio lucano che prevedano la produzione di greggio e gas naturale con una possibile successiva fase di sviluppo sostenibile del giacimento da definire con la Regione Basilicata».

Non è un caso che la perifrasi riecheggi quella del Memorandum siglato nel 2011 da De Filippo e l’ex sottosegretario “azzurro” allo sviluppo economico Guido Viceconte, in cui si gettavano le basi di un tavolo col Governo in particolare sui programmi industriali di Eni e Shell per la Basilicata.

«Con riferimento alle Attività – proseguono infatti “le linee guida” – la Regione, Eni e Shell stanno verificando il percorso amministrativo per definire un accordo integrativo» che di seguito è indicato con la maiuscola («Accordo integrativo»). Accordo che «dovrà prevedere, tra l’altro, la messa a disposizione della Regione di un certo quantitativo di gas naturale proveniente dalla produzione addizionale del giacimento Val d’Agri derivante dalle Attività per consentire la riduzione del costo del gas per le utenze finali presenti sul territorio».

Sul tavolo – insomma – ci sono 45mila metri cubi di gas al giorno definiti “Contribuzione in natura”. Ma – a scanso di ogni equivoco – Regione, Eni e Shell «si danno reciprocamente atto che il quantitativo di gas naturale di cui alla Contribuzione in Natura è da considerarsi parte di quello oggetto dell’ipotesi di Accordo integrativo la cui definizione non sospenderà la fornitura».

 Per capirsi, l’erogazione comincerà non appena sarà approvato il disciplinare tecnico e i comuni saranno pronti a ricevere il gas. Eppure la clausola del “rubinetto” prevede che «la Contribuzione in natura e le obbligazioni a carico di Eni e Shell (…) siano immediatamente sospese» in caso di «significativa interruzione delle Attività».

Può essere considerato «una significativa interruzione delle Attività» delle due compagnie in Val d’Agri il “no” della Regione alla richiesta di aumentare la produzione di 25mila barili al giorno? Sembrerebbe di sì, ma è chiaro che il patto sul gas non impegna la Regione a sottoscrivere l’accordo integrativo. S’intende a livello giuridico. C’è persino la possibilità che Eni e Shell ci rimettano il gas “anticipato”, che non è proprio come dire “gratis”. Per questo hanno pensato alla clausola del “rubinetto” che prevede la convocazione di Regione e valligiani un attimo prima dello stop alla fornitura.

Che farà a quel punto via Verrastro sotto la pressione dei valdagrini costretti a rinunciare a un taglio sulla bolletta già acquisito attorno al 30% sulle utenze domestiche, e alle occasioni di lavoro offerte dalle aziende attratte dal gas superscontato di Viggiano e dintorni? Resterà indifferente o dirà di sì alle compagnie senza fare troppe storie? Si vedrà.

Intanto ieri era stata convocata a Viggiano dal sindaco Alberti la prima seduta del comitato tecnico che dovrà stilare il disciplinare sul gas, stabilendo se si tratterà di una cessione fisica, con tutte le infrastrutture necessarie, o soltanto virtuale, con delle poste economiche equivalenti “girate” alle amministrazioni o direttamente ai beneficiari.Il Comune, Eni e Shell hanno già nominato i loro delegati, ma dal capo di gabinetto della presidenza della giunta regionale è arrivata la frenata decisiva. Niente da fare prima dell’insediamento del successore di De Filippo. Poi sarà la Regione a convocare il tavolo quando riterrà più opportuno. D’altronde il soggetto degli accordi di produzione, quelli vecchi e quelli nuovi, rimane pur sempre lei.

l.amato@luedi.it

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