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POTENZA – L’anno scorso erano state beneficiate dalla Regione Basilicata e tra i vincitori per ognuna di loro era saltato fuori un nuovo specializzando lucano. Dodici mesi più tardi stesse università e stesse specializzazioni, ma niente borse di studio finanziate da via Verrastro. Quindi niente vincitori lucani.
Figliopoli transuniversitaria 2012/2: l’anno dopo. In altri termini: “la prova del 9”. La domanda è che succede se uno prende le vecchie graduatorie “vincenti” dei concorsi banditi dagli atenei di mezza Italia per l’assegnazione dei contratti di formazione medica specialistica foraggiati da via Verrastro, e le confronta con quelle appena uscite “dimenticate” dallo sponsor del tempi andati.
La risposta è che da tutte quelle per cui sono stati già pubblicati su internet i nomi degli ammessi, ovvero 3 su 6 (le altre seguiranno nei prossimi giorni), sono scomparsi i bravi medici lucani, che la scorsa estate avevano sbaragliato la concorrenza di aspiranti da ogni parte. Con buona pace di qualsiasi statistica che metta in relazione il numero dei neolaureati originari della Basilicata e quello degli altri, più o meno lontani da casa, in cerca dell’occasione per completare la loro formazione e ipotecare l’ingresso in una Asl.
Quelle prese in considerazione sono Neuropsichiatria infantile a Pisa, Malattie infettive alla Cattolica di Roma e Chirurgia plastica a Bari. Da un anno a questa parte tra gli specializzandi ci sono la figlia del direttore del dipartimento servizi diagnostici dell’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza che è anche coordinatore del Forum regionale del Pd lucano su welfare e sanità, il figlio del compianto militante a cui è stata di recente intestata la sezione del Pd di Palazzo San Gervasio, e una giovane di Lagonegro simpatizzante di un noto esponente democratico dell’area. Uno s’aspetta al posto loro di trovarne altri due che hanno appena superato le prove di ammissione, uno solo, visto che la gradutatoria è un po’ più corta. Inceve nulla.
Ma c’è un però. Ed è qualcosa di cui va dato atto. Perché la Basilicata non sarà la terra del bisturi, ma tra i giovani c’è chi ha tanta passione, e la mette ogni giorno nello studio. Anche tra gli stessi specializzandi lucani “doc” o “docg” che dir si voglia (vedi box sopra). Oncologia medica all’università Cattolica di Roma 2013. Unica graduatoria già pubblicata su internet tra quelle beneficiate da via Verrastro l’anno passato, ma senza un vincitore lucano. Più corta rispetto perché questa volta manca un contratto aggiuntivo a quelli ministeriali finanziato dalla Regione, eppure al terzo posto su 5 a disposizione spunta una giovane dottoressa di Tricarico.
Ogni anno uno specializzando costa poco più di 125mila euro. Nel 2012 quelli a carico della Basilicata nel 2012 sono stati 12 per un esborso totale in 5 anni di corsi di un milione e mezzo di euro. Su 12 graduatorie “allungate” in 6 atenei diversi, da Pisa a Bari e soprattutto nella capitale, sono stati 7 i lucani ammessi alla fine delle selezioni, 6 dei quali collocati in posizione utile grazie proprio ai posti aggiunti per le convenzioni stipulate con la Regione.
Quest’anno invece a una prima delibera delle giunta da 2 milioni di euro per 15 posti se n’è sommata un’altra nel giro di un mese per altri 5 da 640mila. In un caso quando il termine per presentare domanda era già scaduto.
A denunciare lo scandalo, ribattezzato “figliopoli transuniversitaria” per il pedigree politico-sanitario di alcuni degli specializzandi lucani 2012 che hanno vinto le selezioni “beneficiate” da via Verrastro, è stato l’Ordine dei medici di Potenza. Sotto accusa sono finiti innanzitutto i criteri misteriosi con cui ogni anno vengono scelte sia gli atenei sia le specialità da prediligere nella distribuzione dei contratti aggiuntivi finanziati dalla Regione. Poi è montata la rabbia di alcuni giovani medici, che se la sono presa per la mancanza di trasparenza sulle graduatorie “allungate”, cosa che impedirebbe a chi non le conosce di partecipare alle selezioni dove ci sono più probabilità di essere ammessi agevolando i soliti “beninformati”.
l.amato@luedi.it
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