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REGGIO CALABRIA – Uomini della ‘ndrangheta, faccendieri e uomi d’affari, esponenti del mondo politico, massoni. E persino personaggi legati all’eversione nera. E’ una rete fittissima quella che si occupava di riciclare il denaro sporco dei clan reggini. Sono una trentina le perquisizioni in atto nel contesto dell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria collegata alle indagini sulla Lega nord. Stamattina nel mirino della Dia reggina sono finiti 25 domicili di altrettanti professionisti, tre società e sei banche. Il filone è quello dei finanziamenti occulti e del trasferimento di denaro all’estero che vede tra protagonisti anche l’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito. Secondo i magistrati Giuseppe Lombardo e Francesco Curcio, della Dna, esisterebbe una vera e propria organizzazione di cui farebbero parte faccendieri, emissari dei clan, colletti bianchi e rappresentanti istituzionali. Un’associazione a delinquere che si muoverebbe nel contesto “economico e finanziario, nel cui ambito si pianificavano complesse attività di riciclaggio e reimpiego di capitali di provenienza illecita e di controllo delle attività imprenditoriali riferibili alla cosca De Stefano”. 

COINVOLTI PROFESSIONISTI E PROCACCIATORI – Gente capace di agire in “contesti politici e istituzionali, nei quali le relazioni personali, tra cui quella con Francesco Belsito, vengono sfruttate al fine di consolidare ed implementare la capacità di penetrazione e di condizionamento mafioso”. I magistrati sono convinti che, “esiste una struttura criminale (connotata da segretezza) a carattere permanente”, di cui però sarebbero già stati scoperti alcuni nomi. Tra questi vi sarebbero il procacciatore di affari Bruno Mafrici, l’avvocato Pasquale Guaglianone (titolare dello studio legale Mgim di via Durini a Milano) e Giorgio Laurendi, tutti noti professionisti di origini calabresi “inseriti in multiformi contesti politici”. E ancora gli imprenditori Michelangelo Tibaldi e Giuseppe Sergi, ex consigliere comunale reggino legato al governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti e attualmente alla guida dell’Asi dell’Area dello Stretto. 
L’ASSE REGGIO-MILANO PER GLI AFFARI SPORCHI – Della partita avrebbero fatto anche l’imprenditore Romolo Girardelli, l’investigatore privato Angelo Viola e Ivan Pedrazzoli con il ruolo di “Ausilio informativo”. Personaggi che, sostengono i pm, si sarebbero mossi sull’asse Reggio-Milano per poi superare i confini nazionali, gestendo “operazioni politiche ed economiche che hanno consentito ad alcuni tra gli indagati di divenire il terminale di un complesso sistema criminale, in parte di natura occulta, destinato a acquisire e gestire informazioni riservate”, e a “gestire una struttura imprenditoriale, prevalentemente impegnata in operazioni ad alta redditività nel campo immobiliare e finanziario, destinata al riciclaggio e reimpiego di risorse economiche di provenienza delittuosa riconducibili ad ambienti criminali legati alla cosca De Stefano”.
ANCHE L’EXPO TRA GLI AFFARI – Il personale della Direzione investigativa antimafia si è presentato, tra le altre, anche in alcune società collegate ai lavori per la realizzazione dell’Expo di Milano, un bacino di grandi interessi economici finito già da tempo nelle mire delle cosche. E anche in questa inchiesta sarebbero emersi elementi che supporterebbero questa ipotesi.
MASSONERIA E EVERSIONE NERA – C’è anche la violazione della legge Anselmi sulle società segrete tra i reati ipotizzati dalla Dda di Reggio Calabria, ma in questo filone non figura l’ex tesoriere della Lega Belsito. Gli inquirenti reggini ipotizzano un rapporto ‘ndrangheta-massoneria-eversione per il riciclaggio di denaro sporco. E tra i tanti intrecci ne spunta uno che arriva fino af ambienti dell’eversione nera.

LA LEGA SI DIFENDE – “Le perquisizioni di stamane svolte su disposizione del procuratore Lombardo della Dda di Reggio Calabria, in diverse città tra cui Genova, Milano e Reggio Calabria, secondo quanto riportano gli organi di informazione, riguardano esclusivamente condotte e ipotesi di reato per le quali la Lega Nord, e personalmente il segretario federale Roberto Maroni, sono parte lesa”. Lo afferma in un comunicato l’avvocato Domenico Aiello. “Ogni diversa interpretazione o lettura delle attività di indagine in corso – aggiunge il legale – è contraria a quanto sino ad oggi è ben chiaro alla magistratura requirente fin dalle prime fasi di avvio delle indagini a carico dell’ex tesoriere Francesco Belsito: ovvero che la Lega Nord è e rimane parte offesa dalle condotte di ex dirigenti”.

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