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UNA SITUAZIONE compromessa a causa «del protrarsi nel tempo della mancanza di regole». Una «contiguità» riscontrata tra la ‘ndrangheta e dipendenti e amministratori comunali, alcuni dei quali «anche precedentementi in carica». Sono 332 pagine dense di nomi, fatti e accuse pesanti quelle che compongono la relazione della commissione d’accesso al Comune di Reggio Calabria. Solo le carte che hanno portato alla decisione di sciogliere l’amministrazione reggina per infiltrazione mafiosa.
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Nelle conclusioni si lette tra l’altro che l’Amministrazione comunale in carica «ha tentato di porre al centro della propria azione innanzi tutto il risanamento finanziario dei conti dell’ente, fortemente compromesso dalle precedenti gestioni mentre, per ciò che concerne i fenomeni di criminalità organizzata, ha unicamente provveduto a deliberare, lo scioglimento della società mista “Multi servizi RC s.p.a.” quale presa d’atto della informativa antimafia di carattere interdittivo emessa dalla Prefettura di Reggio Calabria nei confronti del socio privato della stessa. Rimangono, tuttavia, ampie e preoccupanti le zone d’ombra accertate dalla Commissione nei diversi settori di attività della Amministrazione comunale».
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