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POTENZA – Non si può più mentire: è un’offesa per gli elettori di Forza Italia, che vogliono il commissariamento del coordinatore regionale. Non c’è dubbio: Cosimo Latronico, coordinatore regionale di Forza Italia di Basilicata, tra gli esponenti politici di elevato livello, non solo possiede acume con cui è capace di bloccare i suoi avversari, ma, tra i suoi pregi, possiede anche quello della furbizia politica. Ha un solo difetto negativo, tuttavia: quello di ritenersi più intelligente degli opinionisti politici degli organi d’informazione lucana. E se fino ad oggi non ha mai messo il piede sulla classica buccia di banana, in virtù della sua furbizia, questa volta ci è cascato – su una buccia grossa così – con tutto il peso del suo simpatico ed abbondante corpo. Per giustificare la sua presenza, con una delegazione di pochi dirigenti lucani del suo partito alla kermesse fittiana, svolta sabato scorso a Roma (che non è piaciuto certo a Berlusconi), prima di partire ha detto ai quattro venti di: “Andare a prendere parte all’iniziativa per rilanciare Forza Italia ed il centrodestra italiano”.
Siccome Cosimo Latronico, ha sempre dichiarato di voler bene anche a Berlusconi, mi chiedo perché sabato il coordinatore di FI, non sia andato a Bergamo, dove c’è stato un incontro di parlamentari e dirigenti berlusconiani, preferendo invece, andare a Roma, dove la chermesse era solo ed unicamente fittiana, e quindi tipicamente in stile carbonaro: perché è evidentemente un furbo che, con i fatti è legato mani e piedi all’europarlamentare Fitto, e con le parole dichiara ai giornalisti di Potenza, di “voler bene anche a Berlusconi”.
Cosimo Latronico, non può più nascondere di essere fittiano – ed al tempo stesso berlusconiano – perché così facendo offende non solo se stesso, ma quanto – cosa eminentemente odiosa – gli elettori di FI è la pubblica opinione potentina. E dinanzi a questo ultimo fatto vergognoso, non posso dimenticarmi che già nel maggio 2014 – dopo che il 4 gennaio Berlusconi lo aveva nominato coordinatore per la Basilicata – Cosimo Latronico dimostrò di essere fittiano sfegatato, evidenziando di possedere, anche molto sviluppato, il senso del tradimento. Parlo delle elezioni amministrative per il Comune di Potenza, che vide la coalizione di destra che portava Michele Cannizzaro, candidato sindaco. Nella coalizione c’era FI, che ottenne 2142 voti pari al 5,14 per cento, mentre la lista di Cannizzaro, ottenne 1743 voti pari al 4,18 per cento. Ci fu insomma una differenza di 399 voti pari allo 0,96 per cento, tra FI e la sua lista Cannizzaro, che ancor oggi gridano vendetta, perché dimostrano che l’appoggio di FI non fu cristallino. Ma il dato che manifesta la completa metamorfosi del coordinatore è stato quello delle elezioni europee, dove Latronico ed i suoi seguaci, hanno sudato le proverbiali sette camicie per dimostrare la loro fede nel candidato pugliese all’europarlamento: a Potenza città, infatti, il voto europeo di FI assegnò a Fitto il 13,96 per cento dei voti.
Tra il voto comunale e quello europeo c’è quindi una differenza di voti che dimostra un fatto incontestabile: Latronico ed i suoi seguaci fittiani, hanno lavorato solo per il pugliese. FI, infatti, presentò una lista raccogliticcia su Potenza, che raccolse solo i voti dei berlusconiani puri, mentre, lo ripeto, lo stesso giorno di votazione, Fitto ottenne il 13,56 per cento; una differenza, quindi, pari all’otto virgola quarantadue per cento; or bene se questa differenza fosse stata assegnata, in termini di voti, sulla scheda elettorale comunale (poiché si votava lo stesso giorno) a Michele Cannizzaro, al ballottaggio con Petrone, sarebbe andato il leader della destra Cannizzaro, e non certamente l’altro candidato sindaco dello schieramento di centrodestra, Dario De Luca.
Sono stati quindi i fittiani a capovolgere le sorti della storia potentina, bruciando la possibilità di un uomo dalle elevate qualità politiche e di amministratore, in un momento storico in cui tutti credevano che si poteva eleggere un sindaco veramente di destra, come le vicende di questi ultimi giorni hanno evidenziato: che Cannizzaro è il vero oppositore del cattocomunismo, mentre De Luca è ancora in una nuvola di incertezza politica. Morale della favola, i fischi del vento del tradimento sono soffiati su Potenza, tanto che, alla chiusura della campagna elettorale del capo coalizione della destra, sul palco accanto a Cannizzaro, i forzisti non c’erano, perché erano tutti alla chiusura di Fitto; mentre vicino a Cannizzaro, oltre a numerosi giovani gioiosi e festanti, c’era solo il berlusconiano di fede Giuseppe Moles, fondatore di “Rivolta l’Italia”, novello movimento che a Potenza ed in tutta Italia annovera solo berlusconiani puri.
Ultima considerazione: il conflitto tra Berlusconi e Fitto, in Lucania non può non vedere una soluzione finale, simile a quella vissuta dalla Puglia: commissariamento del coordinatore regionale. A meno che Latronico non voglia salvare almeno la faccia, come ha dimostrato coraggiosamente ed onestamente, Guido Viceconte, che fece una scelta limpida, andandosene con Angelino Alfano. Anche per Cosimo Latronico, in definitiva, risuonano le storiche campane di eventuali dimissioni: otterrebbe ancora un minimo di rispetto.

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