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Il palazzetto Coni di Potenza è un pezzo della storia sportiva non solo cittadina. Non c’è atleta lucano che non abbia un ricordo collegato alla palestra. Non c’è potentino che non abbia visto lì almeno una partita, assistito a un allenamento, atteso figli e amici fuori dagli spogliatoi. Oggi le condizioni della struttura sono preoccupanti. Dopo il reportage del Quotidiano è nata spontanea una mobilitazione fatta di ricordi, archivi aperti, memorie collettive. E voi avete “una partita di sempre” legata al palazzetto Coni di Potenza? Questa è quella di Donatello. La vostra, mandatecela a redazioneweb@ilquotidianodellabasilicata.it.
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In tanti anni di Palestra Coni sarebbe davvero difficile selezionare e scegliere i ricordi più belli e significativi. Un po’ perché è passato tanto tempo e c’è il rischio che qualcosa sia meno nitido e più sfocato. Ma soprattutto per ciò che ha rappresentato l’impianto di Montereale: un ritrovo quotidiano, un luogo dove anche durante la settimana avresti avuto la certezza di incontrare sempre qualcuno, anche per la facilità di raggiungere il palazzetto “allungandoti” di qualche minuto dopo aver percorso tutta via Pretoria.
Ricordo le sette vittorie consecutive dell’Edilnova di Giovanni Benedetto, persona che non solo per vicende cestistiche è, a distanza di vent’anni, ancora un riferimento importante tutt’oggi. Ma gli episodi che tornano più in mente riguardano due stagioni molto diverse tra loro.
Stagione 1996-1997, una giovanissima Banca Medio Potentino inizia la stagione con dieci sconfitte. Ma nessuno si perde d’animo e inizia una strepitosa rimonta in classifica, sotto le sapienti mani di Dino De Angelis. Marco Florio, Salvatore Lapetina ed il mio “papà adottivo” Diego Zivic sono gli unici “stranieri” di un gruppo quasi tutto potentino che centrerà una clamorosa salvezza. Ricordo ancora Zivic e il mitico capitano Edmondo Landi scambiarsi un calzino prima di ogni partita in modo da averne entrambi uno bianco ed uno nero. Ricordo il cerchio a centrocampo, dopo l’ultima gara, per festeggiare la salvezza. Ricordo Diego presentatosi con i capelli interamente tinti di blu.
Ancora fine anni ’90, la Levoni parte male, ma con Ciccio Ponticiello rimonta e sogna i playoff. Vinciamo l’ultima gara e attendiamo a centrocampo un risultato da un altro campo: Orlandina-Matera. Vincono i siciliani di un punto, “Boccino” tira un pugno liberatorio contro il soffitto del Coni ed è il segnale che tutti attendiamo: la festa playoff può avere inizio. Ed avrà nel quarto di finale un emozionante seguito, con la rimonta da -10 in un minuto contro Cefalù, guidata da tre bombe di Alessandro Michelon.
Ma il Coni significa anche tanta Serie D, con tanti derby giocati e che il sabato riempivano la palestra di appassionati pronti a gustarsi tanti scontri “generazionali” tra giocatori navigati e giovani rampanti. Tra tutti un doppio derby di playoff Ciumnera-Timberwolves vinto da sfavoriti, con un +2 in gara 1 ed una vittoria al supplementare nella seconda.
Ricordi che riaffiorano in un attimo, come se non fossero mai andati via. Sperando che qualcuno ci dia la possibilità di riviverli, anche solo per una volta, nel nostro “Wembley”, palestra tanto piccola quanto emozionante come tutti i ricordi che ci legano ad essa.
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