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GIRIFALCO (CZ) – Scoppia il caso della commemorazione fascista alla statua della Madonnina di Monte Covello. Da una parte la Fiamma Tricolore che ha organizzato per oggi, domenica, una manifestazione per il ricordo di quelli che definiscono ‘martiri fascisti’, dall’altra la forte presa di posizione, la condanna e la contrapposizione di Sel e della Cgil regionale della Calabria.
In mezzo, la comunità di Girifalco che teme disordini ed in gran parte si dice indignata per la vicenda, con il sindaco Mario Deonofrio che nelle ultime 24 ore ha avviato un’intensa corrispondenza con la Prefettura, la Questura di Catanzaro e i Carabinieri di Girifalco, per la massima attenzione e collaborazione nella gestione del caso. Anche se al momento nulla lascia presagire un epilogo violento, c’è comunque la massima concentrazione affinché la giornata di domani passi tranquilla.
La Fiamma Tricolore e la neonata Gioventù della Fiamma di Girifalco, hanno programmato per domani la commemorazione per il ricordo dei martiri fascisti con una cerimonia alla statua della Madonnina di Monte Covello a Girifalco.
LA TARGA ALLA STATUA. Una statua eretta dal regime nel 1939 e che da allora in poi è stato solo un luogo di culto cristiano. Fino allo scorso anno. E, infatti, dell’agosto del 2012 la prima evidenza dal caso. Nella notte tra il 21 ed il 22 agosto 2012, i soliti ignoti affissero nelle immediate vicinanze della statua, una foto dell’antica stele ove campeggiava la dicitura “colonna votiva ai martiri fascisti”.
La festa della Madonnina che ricorre il primo agosto, prende origine proprio da un evento legato al periodo del regime fascista. Nel mese di luglio del 1939 venne posta a Monte Covello una colonna votiva con la statua della Madonna. La statua era stata realizzata a cura dell’organizzazione corporativa che riuniva gli agricoltori girifalcesi. Dopo la caduta del regime fascista una bomba fece saltare in aria l’intera stele votiva.
E da allora e fino ad oggi, la statua ha sempre e solo rivestito il suo ruolo. Un luogo di preghiera e di raccoglimento senza targhe e targhette, come tacitamente desiderato dal civile popolo girifalcese. Le indagini non consentirono di scoprire gli autori del gesto. Poi, giorni appresso la Fiamma Tricolore organizzò sul posto, quello che definì, “un pellegrinaggio, in suffragio dei martiri che osarono affrontare il mondo dalla parte sbagliata”, che si svolse sabato 25 agosto 2012 alla Madonnina di Monte Covello, con una piccola cerimonia che per fortuna non provocò incidenti.
Ad oltre un anno di distanza il caso si ripete, con una forte contrapposizione politica e un’ altrettanto alta indignazione pubblica. In queste ore, le forze dell’ordine in collaborazione con il Comune di Girifalco stanno organizzando il massimo controllo preventivo per la manifestazione di domani affinché non degeneri in episodi di violenza.
“UNA CARNEVALATA”. Dura la presa di posizione della Cgil, attraverso il segretario generale calabrese, Michele Gravano, e il segretario generale provinciale, Giuseppe Valentino: “Una carnevalata di cattivo gusto, quella che si terrà a Girifalco domani – è scritto in una nota – organizzata dalla Federazione della Fiamma Tricolore di Catanzaro e dal circolo locale Gioventù – Fiamma. Una manifestazione che, per il secondo anno, si maschera dietro ad una funzione religiosa in onore della Madonna dei Martiri fascisti. Una funzione si dice, nei manifesti che sono stati affissi, per non dimenticare i loro “fratelli”. Purtroppo nessuno ha ancora, per fortuna, dimenticato la vergogna, la miseria, il fanatismo fascista che ha trascinato l’Italia nel secondo conflitto mondiale e la disperazione di popolo che ne è derivata”.
Per il sindacato, dunque, si tratta di “fanatici, che ancora oggi, non accettano le regole della Costituzione, condivise da tutte le forze democratiche del nostro paese, e dalla Resistenza partigiana, che vietano l’apologia del fascismo. La Cgil denuncia e ripudia questi atti osceni. Impegna le proprie forze a difesa della Costituzione e si appella a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia per continuare a diffondere e difendere i valori partigiani e della Resistenza. Chiede alle Istituzioni ed alla Chiesa di intervenire a tutela della solidità e dell’immagine della nostra Italia repubblicana”.
“UNA PROVOCAZIONE”. Altrettanto critica la posizione della Federazione provinciale di Sel: “L’iniziativa fascista programmata a Girifalco per domani – scrive Fernando Miletta – è una vera provocazione. Non sono bastate le critiche arrivate da più parti per l’iniziativa dello scorso anno. Anzi, paradossalmente, proprio la condanna unanime ha dato maggiore visibilità all’evento, ma è giusto continuare ad opporsi, a tenere alto il livello di indignazione, a richiamare tutti sui valori fondanti della nostra Repubblica. Utilizzare un simbolo religioso a fini propagandistici di parte è inaccettabile. Aver voluto macchiare un simbolo universale di fede e di fratellanza – incalza Sel – è un insulto per tutti, a iniziare da coloro i quali sentono violati i sentimenti più profondi della loro religiosità. Anche in ragione di queste considerazioni ci chiediamo come sia possibile, da parte delle competenti Autorità religiose locali, permettere che tutto questo si ripeta”.
Secondo Sinistra e liberta, “la celebrazione della Santa Messa da parte di un sacerdote appartenente ad un Ordine vicino alle tesi lefevbriane avrebbe dovuto far scattare un livello di attenzione che, invece, è mancato. Sappiamo bene tutti quali siano le posizioni di questi ordini sacerdotali che non disdegnano nemmeno di attuare un revisionismo antistorico negando anche l’olocausto e le nefandezze perpetrate dai nazisti e fascisti. Ma c’è di più. Da alcune settimane, anche sulla spinta emotiva derivante dalla morte del boia delle Fosse Ardeatine, accolto proprio dall’istituto Pio X, in Italia il negazionismo di crimini contro l’umanità e il genocidio è diventato reato penale con l’ulteriore e opportuna aggravante dell’apologia e dell’istigazione. Confidiamo che le forze dell’ordine non permettano di far trasformare un raduno di nostalgici fascisti, con tanto di gita a cavallo e pranzo conviviale – conclude Miletta – in atto di rilevanza penale. A tutte le forze politiche democratiche che si riconoscono della Costituzione, invece, spetta ancora il compito di fare da baluardo contro nuovi e vecchi totalitarismi affinché non si creino spazi e condizioni per la loro crescita e legittimazione”.
I “MARTIRI FASCISTI”. I promotori hanno presentato l’iniziativa con una nota stampa che riprende le polemiche già registrate lo scorso anno, con la loro lettura storica rispetto alla statua della Madonna. Una manifestazione che si terrà a A Monte Covello, “lì dove tre “eroici” partigiani “del dopoguerra” – scrive la Fiamma Tricolore – fecero esplodere un ordigno mandando in frantumi la statua sacra, ed il cippo su cui era allocata, della Madonnina dei Martiri Fascisti, così come chiamarono i girifalcesi quella statuetta lì voluta dalla Società degli Agricoltori di Girifalco, e che si festeggiava il 29 settembre di ogni anno con una grande festa popolare, di quelle che si vedono solo nei nostri paesi, un misto tra devozione e rito pagano”.
“La testa mozzata della Madonnina, rimata miracolosamente illesa – prosegue la nota – fu portata nella tenuta di campagna del dottor Rocco Cerra, ex gerarca fascista, ed ivi custodita per essere esposta ed omaggiata in alcune grandi occasioni, come la prima Staffetta di Monte Covello, circa 40 anni fa. Voluta fortemente dai militanti della Fiamma Tricolore girifalcesi, la cui anima sono certamente Gino e Pepè Scalone, una cerimonia in cui si è fatto omaggio di un fascio di fiori alla Madonnina si è svolta lo scorso anno tra il clamore mediatico, anche nazionale, dovuto ai pruriti antifascisti di chi dovrebbe pensare a difendere la povera gente dall’arroganza del potere delle lobbies finanziarie ed economiche ed a come risolvere i tanti problemi che la crisi globalizzata ha prodotto”.
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