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L’EX sindaco di Potenza ed attuale consigliere regionale del pd, replicando ad un mio articolo sull’amministrazione potentina, mi offre l’occasione per meglio argomentare le mie analisi sulla estrattività ossia sulla capacità di succhiare risorse pubbliche e private da parte degli amministratori per il proprio tornaconto elettorale. Mi accusa di “dire sciocchezze in merito alla sua gestione della città capoluogo senza conoscere i fatti”.
Ma guardiamoli meglio alcuni di questi fatti.
Iil comune ha dichiarato il dissesto finanziario: è un fatto, grande quanto una montagna. Basterebbe questo dato per chiudere la polemica. a Corte dei conti che già in merito al bilancio del comune del 2012 osservava”profili di criticità strutturali che andavano rimossi con urgenza, i revisori dei conti dello stesso comune che hanno denunciato la condizione di dissesto dei conti comunali, il consiglio comunale che ha approvato lo stato di default del comune sono i soggetti istituzionali preposti a tale materia. Hanno manifestato e documentato “fatti” di grave disamministrazione, a meno che non si pensi a tali istituzioni come complottarde o complottiste che dir si voglia. Dissesto è “cattiva amministrazione”, non una cosa da niente, e tiene dietro debiti che vengono scaricati sulla popolazione, sulle nuove generazioni, spreco di risorse, superamento disinvolto del principio dell’accountability , ossia della valutazione da parte dell’elettorato, ed eventualmente una sanzione, in merito all’operato dei politici.
È un fatto, tra l’altro, che l’addizionale irpef pagata dai potentini è quella massima possibile. Il dissesto avviene a cose fatte con i responsabili che sono in parte traslocati altrove e che non hanno il coraggio di ammettere le proprie responsabilità che stanno lì e sono certificate e dunque indiscutibili.
Certo che Potenza ha intercettato risorse nazionali ed europee per centinaia di milioni di euro. Il problema è stabilire a che cosa sono servite.
Prendiamo le infrastrutture per la mobilità. il capoluogo lucano ha conseguito un primato in quanto si è dotato del ”sistema di scale mobili piu’ lungo d’Europa’.’ Il ponte attrezzato, costato 16,5 milioni di euro, può trasportare fino a 9.000 persone all’ora.
Risultati: Il ponte attrezzato è stato progettato male; nel percorrerlo, si soffre d’estate di un caldo asfissiante e d’inverno di un freddo molto pungente e viene utilizzato da quattro gatti, altro che le migliaia preventivate.
In realtà, è l’intero sistema del trasporto pubblico che non funziona. si è costruito un sistema di mobilità molto costoso e di discutibile gestione.
La Ztl che dà qualità di vita in tutti i centri in cui è stata introdotta e che doveva essere l’approdo del sistema è stata rimossa, per accontentare qualche commerciante di via Pretoria che attribuisce il crollo dei consumi alla Ztl e non alla perdita del potere di acquisto dei cittadini per effetto della crisi economica e che ritiene che il consumatore spenda, se arriva con l’auto direttamente sulla soglia del suo negozio,spendendo molto di più per benzina, per il parcheggio che usufruendo delle infrastrutture realizzate. Ma tant’è. la gente è poco educata al nuovo, preferisce essere tafazziana.
Santarsiero nel sostenere che mediamente arrivano a Potenza 50 mila persone e che il comune è costretto a sobbarcarsi spese straordinarie per ospitarle commette un errore piuttosto grave: i 50 mila sono utenti aggiuntivi dei servizi di trasporto comunali, sono stati stimati per dimensionare e realizzare le infrastrutture in questione. Se le infrastrutture sono poco utilizzate, nonostante fino a qualche giorno fa non si pagasse un ticket, se molti dei 50 mila non le percorrono, seguendo l’esempio dei residenti, è evidente che c’è qualche difetto strutturale nel piano dei trasporti che incide pesantemente sui costi del comune, al netto degli esuberi del personale addetto al settore. Concordo con il prof .Francesco Del Zio, una delle menti più brillanti del nuovo meridionalismo, che sostiene che occorra fare una guerra totale all’irresponsabilità degli amministratori locali, attraverso il commissariamento automatico dell’ente interessato, una azione di responsabilità civile automatica contro amministratori politici, dirigenti e funzionari spendaccioni e la previsione di ineleggibilità per i responsabili di dissesto finanziario o incapaci di di assicurare efficientemente ed efficacemente i servizi.
Una rivoluzione chiaramente impossibile in contesti come il nostro, dove l’impunità della classe dirigente è pressochè assoluta.
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