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REGGIO CALABRIA – «Reggio non arrenderti». E’ un’esortazione alla città quella che il neo-arcivescovo di Reggio Calabria Giuseppe Fiorini Morosini, rivolge a pochi giorni dal suo insediamento (LEGGI L’ARTICOLO) nel presiedere la festa più sentita dai reggini, quelal della Madonna della Consolazione. Alla gente, il presule chiede «dinanzi all’immagine di Maria» di promettere di essere pronti a scommettere «sulla speranza, sull’impegno, sulla rinascita, sul superamento delle conflittualità, sulla comunione, sul futuro possibile».
Ma Morosini si rivolge anche ai criminali. Dice di augurarsi che «durante i pellegrinaggi che verranno fatti in Cattedrale, saranno molti i fedeli che si confesseranno, decidendo di cambiare vita». E lancia un appello preciso: «A chi possiede armi, legalmente o illegalmente, dico: in nome di Maria, liberatevene, perché il possesso di un’arma significa rischio del suo uso. La pace non si costruisce sulla paura, ma sulla gioia della vita».
Soprattutto, l’arcivescovo chiede «coerenza» in quello che definisce un «momento storico difficile per la città»: Reggio, dice, «ha bisogno di ritornare al Signore, ai grandi valori cristiani, ad una grande e rinnovata testimonianza di vita». E per questo «Non possiamo gridare in piazza viva Maria, e poi aderire al male; non possiamo sfilare davanti al quadro e inviare baci e poi non purificare la propria condotta di vita: sarebbe il bacio di Giuda. Non possiamo sporcare l’immagine di Maria ponendola accanto alle armi nascoste o ai soldi rubati o estorti. Non possiamo gridare il viva Maria se poi attendiamo alla vita degli altri con la droga, con l’usura, con le intimidazioni».
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