X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

STAVOLTA a indignarsi per le dichiarazioni avventate di Francesca Chaouqui non ci sono solo i calabresi. Il fascicolo con i tweet velenosi della giovane di San Sosti, in provincia di Cosenza, inserita tra gli 8 consulenti tecnici del pontefice è finito direttamente sulla scrivania di papa Francesco e già oggi si svolgerà in Vaticano un vertice per decidere come gestire la vicenda di una nomina che sta creando grande imbarazzo tra le mura leonine. Lei, invece, in una dichiarazione al Corriere della sera si dice «tranquilla, perché il Santo Padre è tranquillo».

PRIMA LA LETTERA POI I TWEET – Francesca Chaouqui era rimbalzata sulle cronache dopo l’omicidio a Corigliano della sedicenne Fabiana Luzzi, per una lettera scritta al Corriere della sera nella quale lei accusava di maschilismo i suoi corregionali, suscitando la reazione indignata della Calabria (LEGGI L’ARTICOLO). Poi era arrivato a sorpresa il chirografo con il quale il Papa la inseriva tra gli esperti incaricati di consigliarlo nella riforma delle finanze vaticane. Solo ora, però, sono venuti alla luce i tweet precedenti alla nomina, nei quali la donna, ad esempio, il 28 febbraio 2012 diede per certa la notizia che Benedetto XVI avrebbe avuto la leucemia. Poi un tweet sul segretario di Stato («Bertone corrotto. Pare ci sia di mezzo l’archivio segreto e un’azienda veneta») e un altro nel giorno dell’annuncio della rinuncia di Ratzinger al pontificato: «Ha vinto Bertone. Ero convinta che non lo avrebbe fatto e invece ha mollato. Da credente sono semplicemente delusa». E scandagliando ancora indietro nel tempo, il 29 febbraio 2012 viene riportata un’altra frase: «Tremonti aveva il conto allo Ior. Ufficializzato che è gay gliel’hanno chiuso». 

L’IPOTESI DEL CORVO – Altre sue frasi brevi pubblicate sull’account social network che lei si è affrettata a chiudere sabato, dopo che lo scandalo è deflagrato (LEGGI L’ARTICOLO) fanno intendere tra l’altro un suo apprezzamento per la stagione dei vatileaks, la fuga di notizie che ha portato poi all’arresto del maggiordomo di Ratzinger. E, secondo il Fatto Quotidiano, non sarebbero affermazioni casuali. Sarebbe lei, infatti, il “corvo” anonimo che uscì con alcune dichiarazioni nei giorni dell’ultimo conclave, preannunciando tra l’altro un nuovo libro di Nuzzi, l’autore del volume sulle carte segrete di Benedetto XVI.

LA LOBBY E GLI AMICI POTENTI – Il Papa, ora, vuole capire chi sia stato lo sponsor che ha spinto la candidatura di un personaggio così controverso per un incarico di fiducia del pontefice. La giovane signora – ha 27 anni – è ben introdotta nella Roma che conta ed è una lobbista, iscritta alla Ferpi, la Federazione relazioni pubbliche italiana. Moglie di un informatico che avrebbe avuto incarichi in Vaticano, è soprattutto consulente presso Ernst & Young Italia. Fa parte di un think net che fa capo alla famiglia di Gianni ed Enrico Letta e molto amica di un’influente nobildonna romana, la contessa Marisa Pinto Olori Del Poggio, ambasciatrice a disposizione della Repubblica di San Marino presso la Santa Sede.

Redazione web

 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE