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SIBARI (CS) – «Abbiamo bisogno di altri mezzi. C’è la necessità che ci siano degli interventi immediati di altre autorità. Vorremmo che altri si unissero, con mezzi efficienti, per farci uscire da questo empasse». E’ l’ulteriore grido di aiuto lanciato ieri da Silvana Luppino, responsabile dei siti archeologici sibariti. Una richiesta affidata alla stampa mentre si è in attesa che arrivi la delegazione parlamentare del Partito democratico guidata da Marco Minniti. E’ mezzogiorno. Diluvia. Una pioggia che non aiuta, proprio per niente, l’uscita dall’emergenza in cui si trova, ormai da una settimana, l’area archeologica di Sibari, allagata dall’esondazione del fiume Crati che in quei luoghi venerdì scorso ha rotto gli argini. Una situazione emergenziale che è stata, finora, quantomeno sottovalutata, le cui conseguenze potrebbero essere di portata incalcolabile. «Noi, praticamente, – dice Silvana Luppino – abbiamo avuto, da venerdì mattina, l’aiuto continuo, costante ininterrotto del Consorzio di Bonifica con due idrovore e di un’altra, più potente, idrovora del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco. A questi mezzi si è aggiunto, nei giorni scorsi, un’altra idrovora della Coldiretti regionale».
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