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CROTONE – La previsione è di quelle che fanno fare un balzo in avanti in una terra in cui la primaria difficoltà risiede proprio nel trovare un impiego come si evidenziava a suo tempo dall’analisi del rapporto Eurostat che fissava numeri impressionanti per la Calabria (LEGGI LA NOTIZIA). Secondo la Camera di Commercio di Crotone, infatti, nel periodo settembre-novembre, per il quale siamo di fatto già a metà, in Calabria sono previste circa 19.200 nuove assunzioni, in maggior parte nel settore dei servizi (14.470), mentre il resto (4.740) sono da ricollegarsi al settore dell’industria. Ovviamente si tratta di dati statistici che dovranno poi essere verificati al termine del periodo considerato ossia a dicembre.

Lo studio sulla base del quale la Camera di Commercio pitagorico ha fatto la sua previsione si basa sull’elaborazione dei dati raccolti da Excelsior, Sistema informativo per l’occupazione e la formazione realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro a seguito delle interviste realizzate ad imprenditori calabresi ai quali è stato richiesto di fornire previsioni occupazionali.

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Secondo quanto risultato da queste interviste il 34% degli ingressi saranno stabili, ossia con contratto a tempo indeterminato, mentre il 59% saranno a tempo determinato. L’apprendistato interesserà solo il 6% dei nuovi assunti mentre altre forme contrattuali riguarderanno appena il 2%.

Andando più nello specifico, il maggior numero di neo assunti a tempo indeterminato è previsto nel settore delle costruzioni, seguito dai servizi alle imprese, al terzo posto il lavoro nel comparto turistico ricettivo, mentre a seguire ci sono i servizi alle persone, l’industria manifatturiera e delle Public Utilities (e cioè di quelle imprese che gestiscono servizi considerati utili alla collettività, inerenti l’energia elettrica, il gas, l’acqua, l’ambiente) ed infine il commercio.

Sempre secondo quanto elaborato dall Camera di Commercio, a privilegiare il contratto a tempo determinato saranno i settori servizi alle persone e industria manifatturiera e Public Utilities (67% delle nuove assunzioni per entrambi i comparti). A seguire si posiziona il commercio (61% dei contratti sottoscritti) mentre nel comparto turistico ricettivo i nuovi contratti rappresenteranno il 57% del totale dei sottoscritti. A termine anche il 53% dei contratti previsti nelle imprese edili.

Come detto le nuove assunzioni si concentreranno per il 75,3% nel settore dei servizi con circa 14.470 unità. Di queste, ben il 42,8% interesserà le aziende del comparto servizi alle imprese; il 22,3% le imprese commerciali; il 18,2% quelle dei Servizi alle persone ed il 16,7% le imprese turistico ricettive. L’industria in senso stretto accoglierà solo il 24,7% delle nuove assunzioni, pari a 4.740 nuove unità lavorative. Di queste poi, poco meno del 60% è previsto nelle imprese edili e per il restante 40% circa, si tratta di assunzioni previste dalle imprese manifatturiere e di Public Utilities.

Per quanto concerne il livello di istruzione, le nuove assunzioni previste in Calabria riguarderanno nel 34% lavoratori in possesso di diploma di scuola superiore; nel 31% dei casi sarà richiesta una qualifica professionale e nel 22% delle nuove assunzioni si richiederanno lavoratori senza alcuna formazione specifica. In aumento la richiesta di laureati che interesserà il 14% del totale.

Sotto il profilo provinciale con il 37,5% del totale sara la provincia di Cosenza a fare la parte del leone seguita da quella di Reggio Calabria (23,7), poi Catanzaro (20,1%), Crotone (11,5%) e, infine, Vibo (7,3%), rispecchiando in sostanza quella che è la distribuzione territoriale e il numero di abitanti delle singole province.

«In un caso su due – afferma il presidente della Camera di commercio di Crotone Alfio Pugliese – gli imprenditori dichiarano di voler assumere risorse caratterizzate già da esperienza lavorativa specifica nel settore. Ciò attesta l’importanza delle attività svolte dal sistema camerale in tema di alternanza scuola-lavoro al fine di presentare sul mercato del lavoro giovani già pronti e competenti, riducendo così il mismatching tra domanda e offerta occupazionale».

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