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AMMESSO che pur si riesca a stabilire in maniera contabilmente evidente il buco di bilancio e che sia in qualche modo oggetto di ripianamento da parte della regione, da dove mai verranno queste risorse, se solo fino a qualche settimana fa si lamentava della probabile bancarotta dell’ente regionale se non si fosse intervenuti sul patto di stabilità interno? Che poi al comune di Potenza nessuno abbia ancora pensato a esperire ogni possibilità di accesso a quel fondo rotativo per la stabilità degli enti locali, al decreto dell’11 gennaio 2013, approvando il piano di riequilibrio finanziario decennale che se ne possa avvalere, soprattutto considerandone sia la entità ammissibile (approssimativamente 18 milioni di euro), sia la mutualizzazione a tasso 0 che per dieci anni comporterebbe oneri finanziari aggiuntivi al bilancio del comune di meno di 2 milioni di euro, sia infine considerando che la regione Basilicata ha stanziato già 1,5 milioni di euro di risorse proprie da erogarsi agli enti con piano di riequilibrio approvato dalla Corte dei Conti, tutto ciò fa comprendere che la vera natura del problema è politica e non esclusivamente finanziaria.
Il problema pare essere più chi si ritroverà la patata bollente dei tagli di spesa corrente. Una situazione complessa, ma nella quale pare entrare a gamba tesa il presidente Pittella con una ingiustificabile disponibilità al salvataggio di un bilancio consolidato strutturalmente deficitario e di una giunta che, non colpevole della situazione attuale, non dispone però di agibilità numerica in consiglio comunale e non ha alcuna possibilità di gestire l’amministrazione, pure in un ipotetico salvataggio che sono i numeri della finanza regionale stessa a non consentire. Verrebbe da chiedersi perché Pittella offre impossibili aiuti a De Luca, per salvare Potenza o per continuare la sua guerra interna al Pd? Condizioni politiche che suggerirebbero quindi come vie obbligate o tentare extrema ratio di salvare il bilancio affidandosi al fondo di rotazione (suicidio politico per De Luca e il suo peculiare centrodestra) o, considerando impossibile in quantità finanziaria, improponibile politicamente verso la intera regione, indecente perché segue logiche celate di equilibri tra le fazioni pd in lotta, tali importi di aiuti regionali, la rassegnazione operosa al dissesto e al commissariamento che, se pure porterà ad aggravi di spesa notevoli per i cittadini, allo stesso tempo libererà la città sia dalla melassa di un bilancio impossibile a sanarsi sia dal peso amministrativo della “leggerezza” mediocre con cui la città è stata finora divorata da interessi intrecciati privati e clientelari.

MIKO SOMMA
Comitato no oil Potenza

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