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La Campania paga le avversità climatiche
ROMA – C’è ottimismo tra i vigneti italiani dove Unione Italiana Vini e Ismea stimano una vendemmia da record dal punto di vista dei volumi produttivi. «Finora in Italia sono state raccolte, facendo una media tra territori del Nord e del Sud oltre il 20% delle uve – ha precisato il presidente Uiv Antonio Rallo – ma i segnali di previsione sono ottimi, dopo una primavera non ottimale. Le somme tuttavia si tirano a San Martino, quando tutte le uve sono in cantina».
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Tra le prime quattro grandi regioni produttrici, secondo le previsioni vendemmiali presentate da Uiv e Ismea – la Sicilia mostra una flessione (-15%), mentre in lieve crescita si stimano le produzioni di Veneto (+2%), grazie all’entrata in produzione dei nuovi impianti (soprattutto del Prosecco), Puglia (+2%) ed Emilia Romagna (+5%). Al Nord, poi, si assiste ad un lieve recupero produttivo del Piemonte dopo due anni scarsi (+5%), a cui si affianca la decisa crescita della Valle d’Aosta (+17%) ed una stabilità della Liguria. Anche in Friuli Venezia Giulia i nuovi impianti fanno restare la produzione 2016 molto al di sopra della media degli ultimi 5 anni, sebbene con una lieve flessione sul precedente (-4%). Lombardia (-13%) e Trentino Alto Adige (-9%), invece, hanno sofferto maggiormente le incertezze climatiche. Scendendo lungo la Penisola si evidenzia l’arretramento di Toscana (-8%) ed Umbria (-8%) a fronte di segni lievemente positivi per Lazio, Abruzzo e Marche. Annata da dimenticare per i volumi della Campania (-20%), regione che ha sopportato molte avversità climatiche durante tutto l’arco dello sviluppo vegetativo. Buona la vendemmia anche in Molise, Calabria e Basilicata dove le prime stime si collocano su terreno positivo rispetto a quella dello scorso anno. Stabile la Sardegna.
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