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DURISSIMO attacco di Confindustria ai vertiti istituzionali e politici calabresi. Il presidente regionale, Giuseppe Speziali, e i presidenti provinciali Natale Mazzuca (Cosenza), Andrea Cuzzocrea (Reggio), Daniele Rossi (Catanzaro), Antonio Gentile (Vibo) e Michele Lucente (Crotone) hanno sottoscritto una nota congiunta nella quale affermano che «non è davvero più tollerabile il teatrino al quale quotidianamente siamo costretti ad assistere con annunci e smentite che sembrano finalizzati esclusivamente a tirare a campare il più in là possibile».

Intanto, affermano, «mentre in Calabria si recita questa tragicommedia», proseguono gli effetti «di una crisi che tarda ad essere superata e continua a mietere vittime sul terreno dell’economia e dell’occupazione».

Secondo i leader di Confindustria la classe politica amministrativa regionale «sembra ormai aver perso ogni contatto con la realtà e, caparbiamente abbarbicata su ogni spazio o poltrona possibile, continua ad operare come se nulla fosse successo in questi ultimi quattro mesi». Sono passati infatti 119 giorni, ricordano gli industriali, dalla lettera di dimissioni del Presidente Scopelliti e 85 giorni dalla sua formale presa d’atto da parte del Consiglio regionale della Calabria, ma intanto «tutto continua a rimanere indefinito nella nostra regione che sembra ormai vivere in un universo parallelo lontano anni luce dalla difficile realtà in cui invece vivono quotidianamente imprese e cittadini calabresi».

Il richiamo arriva, tra l’altro, nel giorno in cui sfuma la possibilità di eleggere il nuovo consiglio regionale il 12 ottobre, a causa dell’iniziativa del movimento Diritti Civili, che ha presentato le proprie candidature per le primarie istituzionali, facendo scattare la trappola delle date elettorali, con un ulteriore rinvio (LEGGI).

E’ un affondo durissimo che si sviluppa punto per punto: «»ondi comunitari che non si spendono, rilievi della Corte dei Conti e della Ragioneria dello Stato impugnative del Governo: invece che porre rimedio alle mille criticità esistenti, come logica e buon senso vorrebbe, continuiamo ad assistere a nomine e designazioni (alcune delle quali anche molto delicate) come se la legislatura fosse al suo inizio e non già al suo triste epilogo».

Per questo motivo fanno sentire il loro grido: «Basta, la misura è colma! Si faccia chiarezza, si superino tatticismi e furbate e si fissino in modo inequivoco le date per le consultazioni restituendo così la voce e la parola ai cittadini che da attuali spettatori potranno assurgere a protagonisti del proprio futuro. Il pressante invito che rivolgiamo ai partiti ed alle coalizioni è quello di costruite liste e candidati specchiati e credibili e, soprattutto, programmi di legislatura seri, realizzabili e concreti perché di libri dei sogni ne abbiamo visti abbastanza. Probabilmente solo così si potrà tornare ad affrontare i veri nodi per lo sviluppo di una Regione che ha si tanti problemi ma anche la voglia e la volontà di costruire un futuro migliore soprattutto per le giovani generazioni».

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