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SECONDO i sindacati regionali l’adesione in termini di circa l’80% del totale dei precari della pubblica amministrazione avrebbe provocato il blocco dei servizi in molti comuni. I lavoratori precari calabresi sono oltre 5.000, divisi tra Lsu e Lpu, ex art. 7, cui si aggiungno i precari dei bacini storici istituzionalizzati.
Lo sciopero regionale ad oltranza è stato proclamato unitariamente da Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uil Temp. «La sospensione dell’assistenza e accompagnamento di bambini e studenti nei servizi di scuola bus, dei servizi di mensa e raccolta dei rifiuti in molte città, assieme a disservizi diffusi negli uffici – è scritto in un comunicato dei sindacati – rappresentano la dimostrazione di come, anche per effetto dei pesanti tagli che hanno bloccato il turn-over dei dipendenti della pubblica amministrazione, questi lavoratori siano di fatto un pezzo fondamentale della pianta organica dei comuni. Moltissimi i comuni e le Comunità montane dove la quasi totalità dei Lsu e Lpu si è astenuta dal lavoro: S. Giovanni in Fiore, Lamezia Terme, Pianopoli, Bocchigliero, Tiriolo, Casole Bruzio, Rossano, Spezzano, Longobucco, Campana, Cerisano, Roccella Ionica, Rogliano, Malito, le Comunità Montane del Pollino, Silana, dell’Unione delle Valli del Savuto».
Inoltre, «nei Comuni calabresi, la percentuale di adesione media allo sciopero – prosegue la nota – si è attestata intorno all’80%. Tanti i comuni dove i sindaci hanno inteso partecipare attivamente allo sciopero intervenendo nelle assemblee tenutasi nelle sale consiliari, importanti le dichiarazioni di solidarietà rese dai sindaci di Cassano e Rossano, segnalazioni alle Prefetture di competenza a testimoniare l’effettivo blocco dei servizi ed il relativo disagio sono giunte da tutto il territorio calabrese dove il personale Lsu e Lpu è impiegato nei servizi di mensa negli istituti scolastici».
Per i segretari generali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, Antonio Cimino, Carlo Barletta e Gianvincenzo Petrassi, la protestà «proseguirà e si intensificherà nelle prossime settimane secondo questo calendario: lunedi 4 novembre manifestazioni pubbliche si terranno a Cosenza nel piazzale antistante l’autostrada, a Villa San Giovanni nei pressi del porto ed a Vibo Valentia è previsto un sit-in davanti alla Prefettura. Mentre nelle province di Catanzaro e Crotone continueranno i presidi e le assemblee pubbliche presso i comuni e le sale consiliari interessando della vertenza le relative prefetture. La mobilitazione si intensificherà fino al presidio dei lavori del Consiglio regionale a Reggio Calabria, non basteranno le eventuali rassicurazioni di Assessore al Lavoro e Presidente della Regione ormai poco credibili nei loro annunci, contenuti in verbali debitamente sottoscritti, e puntualmente disattesi. L’obiettivo infatti è l’immediata convocazione del Consiglio Regionale che dovrà approvare la variazione di bilancio, necessaria a garantire la copertura di sussidi ed integrazioni per tutto il 2013. Occorre che venga riconosciuta la storicizzazione della spesa ultra quindicennale ed il relativo inserimento del capitolo di spesa nel bilancio preventivo e ripreso il processo di stabilizzazione dando seguito al tavolo governativo».
Nel frattempo, a Spezzano Albanese quindici lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità sono saliti per protesta sul tetto del Municipio di Spezzano Albanese, in Calabria. I lavoratori, che si sono incatenati, lamentano il mancato pagamento di tre mensilità e chiedono la stabilizzazione del loro contratto. Al momento, sul posto, c’è un dirigente comunale che ha espresso vicinanza ai manifestanti sostenendo, però, che i Comuni non hanno più i fondi per poter sopperire alle necessità dei lavoratori e pagare loro gli stipendi. Oggi i sindacati di categoria Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato in Calabria uno sciopero per sollecitare la stabilizzazione dei lavoratori precari in servizio in decine di enti locali calabresi, attuando anche il blocco dei servizi.
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