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VIBO VALENTIA – Sono sei le proposte di riconversione dello stabilimento Italcementi di Vibo Marina – elaborate e ordinate in base al loro «grado di fattibilità» – inserite nel documento che la società Nomisma ha inoltrato al Ministero dello Sviluppo economico e alle parti interessate alla delicata vertenza che riguarda 82 dipendenti della cementeria e oltre 300 dell’indotto.
Dopo aver eseguito le proprie indagini sul territorio, con ricerche e interviste, Nomisma ha stabilito che il sito produttivo può essere destinato, come prima alternativa, alla «Produzione e valorizzazione di combustibili solidi secondari (CSS) a valle della raccolta e trattamento della differenziata». Come seconda e terza ipotesi a «impianto di produzione elettrica e calore a biomasse» o a «centrale a biomassa con calore in serre». Quarta riconversione possibile: «Impianto di raccolta del rottame di vetro». Quinta e sesta «impianto per raccolta e valorizzazione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche» e impianto «per la valorizzazione dei fanghi da depurazione».
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Nomisma ha proceduto anche ad elaborare due schede relative al «rafforzamento in chiave turisttica e dell’economia del mare» e del «comparto alimentare» vibonese che, «sebbene non rappresentino soluzioni diriconversione del sito» vengono ritenuti i «settori chiave per il rafforzamento dell’economia vibonese». Di tutte queste ipotesi il tavolo tecnico istituito al Ministero dello Sviluppo economico discuterà nel corso dell’incontro previsto a Roma il 25 settembre.
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