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CROTONE – L’orientamento condiviso dalla commissione Bilancio del Comune è chiaro: obbligare l’Eni a pagare l’Imu per le piattaforme estrattive al largo di Crotone, quelle che deturpano l’orizzonte e succhiano metano regalando povertà al territorio in cui si pagano le bollette del gas più care d’Italia. L’organismo presieduto dal consigliere Sergio Iritale ha fatto propria la richiesta di un cittadino, Santo Vincenzo Facino (peraltro dipendente comunale), che proponeva di seguire l’esempio di Termoli. La Corte di Cassazione ha imposto al cane a sei zampe di versare 9 milioni al Comune molisano per l’installazione di una piattaforma. A Crotone si ipotizza un gettito ben più consistente poiché le piattaforme, periodicamente sottoposte a manutenzione con il materializzarsi di ulteriori mostri d’acciaio, sono quattro. Una ricaduta economica, dunque, che potrebbe contribuire a risanare le casse dell’ente, svuotate da contenziosi ultramilionari mentre gli uffici sono alle prese con le determinazioni della Corte dei Conti che impongono sempre più rigore dopo anni di gestione allegra. Negli anni il Comune non ha mai richiesto né Ici né Imu all’Eni per le piattaforme al largo di una città che dovrebbe vivere di turismo, essendo il sogno industriale infranto, come ricorda anche il calendario poiché domani ricorre il ventennale dei fuochi di Crotone, la protesta popolare per la dismissione delle fabbriche nell’ex Stalingrado della Calabria. Facino sollecitava agli amministratori e ai dirigenti competenti una comunicazione scritta ai sensi della legge sulla trasparenza al fine di conoscere le determinazioni che il Comune intende adottare. Il sindaco, Peppino Vallone, e l’amministrazione comunale finora non si sono, finora, attivati per richiedere fondi che potrebbero rappresentare una vera boccata d’ossigeno. Lo stesso Facino ipotizzava un gettito di 40, forse 50 milioni nella sua comunicazione ma la commissione Bilancio ha disposto una stima esatta e sta valutando con attenzione il suggerimento di far applicare la legge che obbliga i proprietari di piattaforme petrolifere a mare al pagamento delle imposte relative ai beni sulla terraferma. I conti si sapranno nei prossimi giorni e Facino potrebbe ottenere una risposta concreta alla sua iniziativa. Il presidente della commissione Bilancio Iritale, insomma, punta a ottenere quella vera e propria manna che potrebbe consentire all’amministrazione comunale la ripresa della programmazione. Difficile dire se si dovranno adire le vie legali perché la città possa essere ristorata per il danno consistente non solo nell’obbrobrio che si materializza ogni mattina alla vista dei crotonesi e dei (sempre più pochi) turisti ma anche in un’attività estrattiva che, secondo gli esperti, aggrava la sismicità di un territorio già dissestato dal punto di vista idrogeologico e favorisce il fenomeno della subsidenza. Fatto sta che c’è un precedente giurisdizionale sul quale, eventualmente, il Comune potrebbe far leva. Termoli docet.

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