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VIBO VALENTIA – Il default costa caro. A pagarlo, in primo luogo, saranno i cittadini. Primo passaggio obbligato, quantomeno sul piano pratico, sarà infatti l’aumento della fiscalità locale alle aliquote massime. Ma c’è qualcuno, tra gli stessi cittadini, che potrebbe pagarlo più di altri: i dipendenti comunali. Già, perchè se il rapporto tra la popolazione residente ed il personale in servizio tra i ranghi dell’ente dovesse superare i parametri previsti sarà necessario procedere alla mobilità di quanti sono in esubero.
Il caso del Comune di Vibo Valentia rischia di essere punta di un iceberg costituito da diversi enti locali calabresi. Nella città tirrenica si è stati costretti a dichiarare il dissesto (LEGGI L’ARTICOLO): i numeri indicano un’esposizione debitoria da 36 milioni di euro, con il successivo fallimento del tentativo di tenere a galla la barca che affonda con un massiccio anticipo di liquidità ed un disperato nuovo piano di rientro dal deficit proposto fuori tempo massimo.
Ma, spiega Peppino Vallone, sindaco di Crotone e presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni, «in Calabria sono tanti i Comuni in difficoltà. Senza parlare di Reggio Calabria, la cui situazione è delle peggiori, sappiamo che sono diversi in provincia di Cosenza, nella provincia reggina, nel Vibonese e stiamo verificando le situazioni negli altri territori regionali».
Cosa succede in questi casi? Arriverà una terna commissariale indicata dal Ministero dell’Interno. Affiancherà la gestione ordinaria dell’amministrazione comunale, la quale conta di arrivare alla scadenza naturale del mandato. La terna – spiega il dirigente del Servizio economico e finanziario della Prefettura di Vibo Valentia Luigi Pontuale – «dovrà occuparsi della gestione di un pregresso, attivo e passivo, che, stante la mancata approvazione del Bilancio di previsione, si ferma al 31 dicembre del 2012». E l’amministrazione in carica? «Dovrà redigere – evidenzia il funzionario prefettizio – quella che viene definita come “Ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato” che sarà sottoposta all’approvazione di un’apposita commissione presso il Ministero dell’Interno».
Quanto al saldo dei debiti, la dichiarazione di dissesto impedisce o sospende le procedure esecutive fino al censimento dei creditori che dovrà avvenire entro 180 giorni.
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