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«IL Mezzogiorno è l’area del Paese dove più forte si sono avvertiti gli effetti della crisi». Lo ha detto il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a un convegno a viale dell’Astronomia sul mezzogiorno. Nell’ultimo periodo, ha aggiunto, 16mila imprese hanno chiuso e 330mila lavoratori hanno perso il posto. C’è un «rischio di desertificazione industriale e il caso Ilva è una triste testimonianza».
Per invertire la rotta, ha spiega il leader degli industriali, non servono «interventi emergenziali» come quelli messi in campo finora, ma occorre «pensare al futuro e individuare progetti a lungo termine». In questo senso «i fondi strutturali devono essere una parte essenziale di questo sforzo». Secondo Squinzi, i fondi strutturali rappresentano un «formidabile carburante» per favorire la ripresa. Per questo Confindustria «ha sottolineato l’assoluta necessità che il futuro bilancio dell’Unione non si privi delle risorse da destinare agli investimenti».

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