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ROMA – Il Ponte sullo Stretto di Messina «ha finora inciso sulle finanze pubbliche per 13 milioni di euro», ma considerando le risorse apportate da Fintecna, «il saldo per la finanza pubblica è perfino positivo». Lo ha detto l’amministratore delegato di Stretto di Messina e amministratore unico dell’Anas, Pietro Ciucci, in audizione alla Commissione Lavori pubblici del Senato.
Il ponte sullo Stretto di Messina, ha aggiunto Ciucci, ha «una valenza strategica, soprattutto per le ricadute socio-economiche: dall’occupazione, agli scambi commerciali, dalla ricerca scientifica alla credibilità che guadagnerebbe il nostro Paese». Ciucci, ascoltato dai senatori nell’ambito di un’indagine conoscitiva sulla realizzazione dell’opera, ha poi sottolineato che da un’analisi costi-benefici del progetto, affidata al Centro Ricerca della Bocconi, «è sempre emerso il valore positivo dei benefici così come sono emersi gli importanti effetti sull’occupazione». Il manager ha quindi spiegato che 3.500 persone sarebbero assunte per la costruzione dell’infrastruttura, numero che salirebbe a 6.500 unità nella fase più intensa dei lavori. E il personale, ha sottolineato Ciucci, verrebbe reclutato prevalentemente in Sicilia e in Calabria.
«Se l’opera non si fa – ha spiegato il manager – tutti gli investimenti fatti finora andrebbero cancellati dal bilancio di Stretto di Messina Spa e, senza indennizzi, tale cancellazione causerebbe una perdita con ricadute sul bilancio di Anas, che detiene l’80 per cento della società».
Ripercorrendo tutte le tappe del progetto, dal 2003 a oggi, Ciucci, infine, ha sottolineatoato che Stretto di Messina Spa ha già stipulato una serie di contratti e che le penali derivanti dalla loro revoca ammonterebbero a 250 milioni.
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