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REGGIO CALABRIA –  Il presidente del Consiglio, Mario Monti e il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, danno il via libera alla realizzazione della centrale a carbone di Saline. Dopo un lungo e tormentato iter burocratico il 15 giugno scorso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto con cui si conclude positivamente la procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale per il progetto promosso dalla “Sei Spa” della multinazionale “Repower”. 

Il Governo ha decretato «la compatibilità ambientale e l’autorizzazione al successivo esercizio relativamente al progetto proposto dalla Sei Spa, concernente la realizzazione di una centrale termoelettrica alimentata a carbone, di potenza elettrica complessiva di 1320 MwE da ubicarsi nella località Saline Joniche nel comune di Montebello (Rc) e relative opere connesse». Per il Governo Monti, inoltre, le motivazioni negative espresse dalla regione Calabria  il 18 agosto del 2008, quando il governatore era Agazio Loiero, «sono state valutate non ostative all’espressione del parere di compatibilità ambientale da parte della commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via-Vas».  

Era questo lo scoglio più duro da superare dell’intero iter autorizzativo. Seguirà poi il parere del ministero delle attività produttive e quindi verrà convocata la conferenza dei servizi, a cui prenderà parte la regione Calabria nella persona del presidente Giuseppe Scopelliti. 

 «E’ la conferma della qualità ed importanza del Progetto e dello straordinario lavoro fatto in questi anni da tutte le persone che hanno lavorato su questa iniziativa  – dice soddisfatto l’amministratore delegato della Sei, Fabio Bocchiola – Oggi ci viene riconosciuta una Valutazione d’Impatto Ambientale positiva confermando quanto da sempre sostenuto. Ora è il momento di concentrarsi sulle importanti opportunità che si prospettano per il Reggino e la Regione Calabria, a cominciare dall’occupazione e dallo sviluppo che il Progetto Sei è in grado di creare”.

La società, inoltre, fa sapere che in questa fase di svolta e per certi versi definita “storica” dal management della società verrà prestata «ancora più attenzione alle istanze del territorio al fine di offrire una corretta informazione sul Progetto e, soprattutto, raccogliere suggerimenti costruttivi a massimizzare le sinergie tra la Centrale, col suo rinnovato porto, e la struttura del tessuto locale.  E’ intenzione della Società inserire tale dialogo in un canale istituzionale incentrato sulla legalità. Particolarmente importante sarà il ruolo delle Istituzioni locali: Regione Calabria, Provincia e Comune di Reggio Calabria e, sicuramente, tutti i Comuni del Reggino coinvolti nell’iter autorizzativo». Bocchiola, insomma, apre a trecentosessanta gradi alle istituzioni per intraprendere un percorso condiviso e all’insegna della trasparenza.  

Una svolta che ha anche l’obiettivo di metterebbe definitivamente alle spalle la triste pagina della Liquichimica, un mostro industriale costruito a Saline Joniche che ha soltanto ingrassato con miliardi pubblici le cosche di ‘ndrangheta.

«Oggi abbiamo finalmente la possibilità di voltare pagina – sottolinea Bocchiola – lasciandoci alle spalle la storia di un sito industriale realizzato negli anni settanta che non è mai entrato in funzione. Invito tutti a lavorare insieme per riscrivere il destino di un’area che, grazie alle eccellenze del Progetto Sei, potrà diventare il simbolo della ripresa del Paese». Secondo “Sei spa” «realizzare un impianto del genere in Calabria, permetterà non solo di sostenere l’economia locale con il più grande investimento privato degli ultimi decenni, ma anche di equilibrare la produzione elettrica del Sud, oggi pericolosamente sbilanciata sul gas».  

Se per il Governo il ponte sullo Stretto non è una priorità, anche perchè sarebbero cospicue le somme pubbliche da sborsare e i cantieri dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria dovrebbero, finalmente, chiudere entro il 2013, la centrale di Saline, invece, costituirebbe un’opportunità di sviluppo e occupazione, e soprattutto un investimento sul territorio con risorse totalmente private. 

Secondo le prime previsioni, i lavori a Saline Joniche potrebbero iniziare già nel 2013. La centrale, pertanto, dovrebbe entrare in funzione al massimo nel 2019. 

SULL’EDIZIONE CARTACEA DI OGGI DEL “QUOTIDIANO DELLA CALABRIA” AMPI SERVIZI E APPROFONDIMENTI.

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