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REGGIO CALABRIA – La vendita di farmaci di fascia C solo nelle farmacie, a parte quelli oggetto di ‘delisting’ da parte del ministero della Salute, è discriminatoria nei confronti delle parafarmacie. Lo ha stabilito il Tar di Reggio Calabria, che ha accolto un ricorso della Federazione Nazionale delle Parafarmacie e rinviato la questione alla Consulta. «Questa pronuncia, insieme a quella del Tar di Milano (ora al vaglio della Corte di giustizia Europea) rappresenta un punto di svolta decisivo per le nostre sorti», dichiara il presidente della Federazione Giuseppe Scioscia. «E’ bello sentire pronunciare da un tribunale che se il legislatore ha ritenuto che i farmacisti delle parafarmacie possono, in piena autonomia, vendere i farmaci che non necessitano di ricetta medica, non si vedono le ragioni per cui gli stessi soggetti non possano vendere i farmaci di fascia C». Secondo i giudici di Reggio Calabria è infatti «irragionevole, illogica ed ingiustificata l’esclusione dalla vendita da parte delle cosiddette parafarmacie dei farmaci di fascia C». L’ordinanza precisa inoltre che «la compressione dell’esercizio dell’attività economica non si giustifica neppure sotto il profilo del controllo della spesa pubblica. I farmaci di cui si discute sono infatti a totale carico del cliente, non gravando dunque sulle finanze pubbliche. Pertanto non si ravvisano elementi che possano giustificare un’esclusiva riservata alle farmacie nella vendita di tali medicinali».
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