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L’orizzonte dello stabilimento Ansaldo Breda di Reggio Calabria potrebbe assumere i colori del Sol Levante. Secondo indiscrezioni che si stanno intensificando negli ultimi giorni, il colosso giapponese Hitachi Trail sarebbe interessato a rilevare la società italiana che produce treni e che è presente sulla Penisola con quattro stabilimenti, uno dei quali proprio in riva allo Stretto.
Secondo alcune fonti, mediante aumento di capitale i giapponesi acquisterebbero il 50% da Finmeccanica, che attualmente detiene il controllo della società. E proprio Finmeccanica oggi ha avuto un’impennata in borsa, dopo i segnali positivi già registrati dalla fine di marzo, quando la trattativa ha preso consistenza.
Nei prossimi giorni, i tecnici nipponici arriveranno in Italia per esaminare le strutture e i macchinari negli insediamenti Ansaldo Breda. Faranno tappa a Pistoia, Napoli, Palermo. E ovviamente anche a Reggio Calabria, dove gli sviluppi della situazione aziendale potrebbe smuovere una situazione che da tempo tiene in ansia numerosi lavoratori. Il rischio di un pesante ridimensionamento che era stato prospettato dall’azienda a livello nazionale sembrava infatti destinato ad abbattersi anche sull’azienda di Torre Lupo.
AnsaldoBreda, 600 milioni di ricavi, 2.232 dipendenti e un portafoglio ordini di 2 miliardi, negli ultimi sei anni ha accumulato perdite per un miliardo, regolarmente ripianate dall’azionista Finmeccanica, che non più tardi di settembre ha ricostituito il capitale della società per altri 200 milioni.
A febbraio, nella sede romana della Regione Calabria, si era tenuto un incontro nel corso del quale l’amministratore delegato dell’Ansaldo Breda ha evidenziato le ripetute e costanti perdite accumulate negli ultimi anni, sottolineando come queste, però, non siano dovute ad una crisi di mercato – considerato che per il prossimo biennio l’azienda ha già acquisito importanti commesse – quanto alla competitività minata – ha affermato – dalla bassa produttività del lavoro degli stabilimenti.La ristrutturazione aziendale che era stata prospettata prevedeva la perdita di circa 700 posti lavoro. E lo stabilimento di Reggio Calabria è quello che registra maggiore produttività sui quattro presenti sul territorio nazionale.
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