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CATANZARO – «I dubbi e le perplessità di Legautonomie Calabria in ordine alla nascita, alla composizione ed alla operatività della società mista calabrese per la gestione del sistema idrico risalgono al 1995, ben prima della costituzione della stessa società». Lo afferma in una nota il presidente dell’associazione, il consigliere regionale Mario Maiolo, annunciando una class action dei comuni contro la Sorical.   «Più recentemente, nel marzo 2011 – ha aggiunto – ci siamo fatti promotori di un puntuale rapporto dal titolo ‘Il buco nell’acqua (e altro)’ da cui emerge inconfutabilmente che l’attuale assetto del sistema idrico integrato in Calabria produce un grave e strutturale deficit economico per gli enti locali e che l’efficienza della rete non ha subito miglioramenti di sorta dalla data di nascita della società e che addirittura risulta inferiore alla media italiana. Oggi, i problemi da tempo da noi sollevati, hanno trovato una puntuale ed autorevole conferma nella delibera n. 657/2011 della Sezione Regionale di Controllo per la Calabria della Corte dei Conti con la quale è stata approvata la relazione definitiva concernente ‘La gestione delle risorse idriche e dei relativi impianti in Calabria anche con riferimento alla costituzione ed alle attività delle società mistè. Di fronte alla mole di censure che la Corte dei Conti ha meticolosamente illustrato e che riguardano sia il ‘forzato’ superamento delle prerogative degli enti locali connessi alla gestione del servizio idrico, sia la determinazione delle somme da corrispondere alla SoriCal, riteniamo non sia più possibile rimanere inattivi».  

«Abbiamo pertanto deciso di avviare – ha sostenuto Maiolo – le procedure di una class action nei confronti della SoriCal Spa dando mandato all’avvocato Pino Pitaro della notifica di una diffida che costituisce condizione di ammissibilità del ricorso. Lo scopo, allo stato, è quello di responsabilizzare l’organo preposto ad adottare tutte le misure idonee a risolvere le problematiche che sono presenti nella gestione dei servizio idrico integrato e che vedono i Comuni in prima fila. Qualora nei termini previsti dalla legge non si ottempererà ad eliminare le situazioni denunciate procederemo senza indugio alla fase successiva del ricorso».

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