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MILANO (ITALPRESS) – In un contesto notoriamente litigioso come quello della Lega Serie A, quanto capitato negli ultimi giorni a proposito della Superlega poteva avere l’effetto della benzina sul fuoco. Qualche società ha anche provato a tirare fuori l’argomento per chiedere spiegazioni, altri però hanno preferito rimandare e far inserire la questione nell’ordine del giorno di una prossima assemblea. Il presidente Dal Pino invece, nel suo discorso introduttivo, ha comunque voluto sottolineare l’ambiguità dei comportamenti di Juventus e Inter, soprattutto a proposito della questione dell’ingresso dei fondi nella Lega, cosa che avrebbe portato nelle casse 1,7 miliardi di euro, operazione sfumata proprio per la clamorosa retromarcia dei due club. Andrea Agnelli, infatti, faceva parte di quella commissione interna composta da cinque rappresentanti (oltre a lui, De Laurentiis, Fienga, Campoccia e Fenucci) incaricati di dialogare con il consorzio CVC-Advent-Fsi. Dal Pino, inoltre, era stato anche oggetto della mozione di sfiducia firmata da sette società (Juventus, Inter, Napoli, Atalanta, Lazio, Fiorentina e Verona) nei suoi confronti. L’altro tema che resta aperto è quello relativo ai ruoli di Marotta, pronto a fare un passo indietro rimettendo il proprio incarico di consigliere federale, e di Scaroni come consigliere di Lega. Argomenti che certamente torneranno d’attualità nelle prossime riunioni.
I lavori, invece, si sono focalizzati nuovamente sulla questione dei diritti televisivi per il triennio 2021-24, visto che il Pacchetto 2, quello relativo alle tre gare in co-esclusiva con Dazn, è ancora da assegnare. L’offerta da 87,5 milioni di euro formalizzata il 29 marzo da Sky non era stata ritenuta sufficiente, portando quindi all’inevitabile decisione di “bandire nuovamente il Pacchetto 2 martedì prossimo”. Ecco perchè in Lega non ha destato particolare preoccupazione il ricorso di Sky nei confronti di Dazn per la presunta violazione della Legge Melandri, quella che impedisce a un unico soggetto di detenere in toto tutti i diritti. Già in precedenza la Lega aveva chiesto consulenza legale per evitare contestazioni in tal senso, ricevendo sufficienti garanzie a condizione che il pacchetto fosse assegnato entro l’estate. Le 114 partite in questione, infatti, finiranno a un altro broadcaster diverso da Dazn, scongiurando quindi ogni possibile strascico giudiziario. L’altra tematica affrontata era quella relativa ai nuovi criteri di ripartizione dei diritti televisivi per la stagione in corso alla luce della pandemia e della conseguente assenza del pubblico dagli stadi, uno dei criteri che venivano presi in considerazione ma che evidentemente non può più essere valido: “Ai fini della ripartizione delle risorse da proventi audiovisivi – si legge nella nota -, i Club hanno approvato il correttivo da utilizzare per il calcolo della quota abbonamenti e biglietti per la corrente stagione sportiva, disputata finora senza pubblico”. Si terrà conto, quindi, della media degli spettatori nelle ultime tre stagioni (2017-18, 2018-19 e 2019-20).
(ITALPRESS).

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